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Einstein and Einstein (Far East Film Festival 2014) - Recensione

I macro problemi della società cinese raccontati sotto la lente d'ingrandimento di una ragazzina di tredici anni e del fragile rapporto con il suo cane. C'è poco spazio, però, per i sentimenti e il dramma di crescere in fretta conquista il film anche se senza mai essere realmente incisivo

Einstein and Einstein del titolo sono una tredicenne di nome Li Wan, Sophie Zhang, appassionata di astrofisica, e il suo cane, un cocker spaniel, entrambi accomunati dal destino di essere abbandonati. Li, infatti, figlia di genitori separati, molto dediti alla loro carriera, vive con i nonni ed è viziata dai regali del padre, tra cui il cane Einstein. Durante un giro al mercato, però, il nonno perde il cane, gettando nello sconforto la ragazzina che si chiude completamente nei confronti del mondo. Il dolore si affievolisce quando riceve in dono un cane simile ad Einstein, che all'inizio non accetta, ma poi ama, grazie ai successi a scuola e l'arrivo di un piccolo fratellastro, figlio della nuova relazione del padre. Quando, però, Einstein morde il bambino e il padre decide di ucciderlo e macellarlo, il mondo di Li crolla definitivamente in una gelida accettazione della sua crudeltà.
Il terzo lungometraggio del regista cinese Baoping Cao affronta diversi temi, tra cui il sistema scolastico cinese iper-competitivo, la durezza della società, il difficile rapporto genitori e figli nel pieno della stressante pressione lavorativa e non ultimo il maltrattamento degli animali, all'interno di una cornice tematica più globale che è il sistema arrivista, dispotico, servile, materialista ed egoista di un certo tipo di vita cinese. In questo giogo non sono assoggettati solo gli adulti, ma soprattutto i bambini e i ragazzi. Questi ultimi, infatti, sono viziati a dismisura, come Li e il suo piccolo fratellastro, ma al tempo stesso sono costretti a subire le decisioni dei genitori e, così, a sviluppare quasi un'intolleranza nei loro confronti che Baoping Cao esprime nell'allergia al latte della ragazzina. Ragazzi e adulti combattono e battagliano, quindi, contro i loro vicini, così tanto da diventare refrattari e ipocriti nei confronti dei sentimenti. Per questo il rapporto tra Li e il cane, puro e genuino, è destinato a lasciare spazio all'abuso della ragazza con l'alcol, al disfacimento dei sogni, portandola, quindi, a maturare con dolore in una vita di compromessi e di imperfezione.
Cao
, dunque, descrive l'universo sociale cinese in maniera drammatica. Tra lirismo e concretezza si sviluppa la sua regia che quando si concentra sul rapporto tra Li e Einstein diviene poetica. Il regista sceglie, infatti, di descrivere la nascita del rapporto tra la ragazzina e il cane con la condivisione di suggestioni e sensazioni e con la stessa intensità nel descrive la fine. Quando Li, dopo essere scappata alla ricerca di Einstein, subisce la dura sfuriata del padre, appare avvolta, in preda al pianto, dal vapore della doccia calda, quasi a sottolineare il suo essere circondata da una fragile coperta contro la durezza del mondo. Tali scelte registiche si dissolvono successivamente per lasciare spazio a scene più descrittive e dure quando emerge l'ipocrisia del padre e della famiglia di Li. Cao qui appare più attento a descrivere le singole realtà che inserirle in un contesto narrativo omogeneo e armonico che possa proporre più incisivamente il dramma della ragazzina.

In questo modo Einstein and Einstein non cerca di raccontare l'idealismo di una ragazzina come descritto nelle premesse, ma sembra essere una leggera e mai decisa presa di posizione del regista nei confronti della vita di adulti e ragazzi in Cina.

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