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Dead Snow

Un gruppo di nazi-zombie assetati di sangue all'attacco di giovani sprovveduti: il norvegese Tommy Wirkola ci regala un film orrorifico e demenziale che funziona. Il genere trash horror al suo meglio

Un capolavoro del genere trash horror, un film di culto, divertentissimo, lucido, provocatorio, colto e furbo: Dead Snow (disponibile in download su iTunes.com) è tutto questo.
Inizialmente il regista Tommy Wirkola gioca con lo spettatore, lo provoca con briciole amare di meta-cinematografia 'usa e getta' e suggerisce una trama che più vecchia e noiosa non si può: il solito gruppo di studenti che parte per le vacanze in una baita sperduta. Fa di tutto per convincere che sia il caso di spegnere il lettore DVD e dedicarsi a pratiche molto più interessanti, tipo trascorrere quelle due ore al video poker online o guardando televendite. Ma lancia al tempo stesso dei messaggi all'indirizzo dei più attenti: una stupenda introduzione accompagnata da musica classica, qualche battuta esageratamente stupida, che strizza l'occhio, e troppe reazioni espressive tendenti al grottesco. Sembra come se si stesse preparando, sogghignando sotto i baffi, sbirciando da dietro il muretto, gongolandosi prima di svelare lo scherzo.
Ottimo segno.
Infatti ad un certo punto, superato il punto più basso tra i cliché del cinema horror (la classica scopata all'aperto con la tettona rifatta) entrano in scena quei 'frocetti bastardi' (cit.) degli zombie nazisti; il treno in cui si credeva di essere saliti deraglia e, come sempre quando accade nella vita, inizia il bello: con una scusa banale (una missione da finire, senza la quale viene negato il riposo eterno) parte il vero film. Lo schermo regala agli occhi una valanga d'azione divertentissima, sopra le righe ed oltremodo splatter, ma non solo, di colpo migliora anche la tecnica di regia, la luce ed il gusto nella fotografia in generale: sembra sia cambiato il regista a metà produzione. Sembra che la mano del dio del cinema si sia poggiata sulla sua testa, benedicendolo.
Gli omaggi ai classici del genere, come a La Casa ed a tutto l'immaginario creativo del sempreverde George A. Romero, diventano più espliciti ed il regista finalmente si concede, abbassa la maschera e decide di accogliere sotto la sua ala protettrice anche lo spettatore meno esperto e smaliziato.

Il susseguirsi continuo di scene memorabili mi ha entusiasmato: la trama perde la sua centralità e rimangono solo gli studenti imbranati contro i morti viventi che fanno a botte per vincere il trofeo del gruppo più sfigato, scambiandosi molte volte il testimone durante la sfida. Si passa dalla violenza macabra e gratuita al melodramma, dall'heavy metal alla musica classica. Tutto mescolato a centottanta all'ora.
Mi son divertito come un matto, consigliato!

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Un capolavoro del genere trash horror, un film di culto, divertentissimo, lucido, provocatorio, colto e furbo.

Inizialmente il regista gioca con lo spettatore, lo provoca con briciole amare di meta-cinematografia “usa e getta” e suggerisce una trama che più vecchia e noiosa non si può: il solito gruppo di studenti che parte per le vacanze in una baita sperduta. Fa di tutto per convincere che sia il caso di spegnere il lettore DVD e dedicarsi a pratiche molto più interessanti, tipo trascorrere quelle due ore al video poker online o guardando televendite. Ma lancia al tempo stesso dei messaggi all'indirizzo dei più attenti: una stupenda introduzione accompagnata da musica classica, qualche battuta esageratamente stupida che strizza l'occhio e troppe reazioni espressive tendenti al grottesco. Sembra come se si stesse preparando, sogghignando sotto i baffi, sbirciando da dietro il muretto, gongolandosi prima di svelare lo scherzo.

Ottimo segno.

Infatti ad un certo punto, superato il punto più basso tra i cliché del cinema horror (la classica scopata all'aperto con la tettona rifatta) entrano in scena quei “frocetti bastardi” (cit.) degli zombie nazisti; il treno in cui si credeva di essere saliti deraglia e, come sempre quando accade nella vita, inizia il bello: con una scusa banale (una missione da finire, senza la quale viene negato il riposo eterno) parte il vero film. Lo schermo regala agli occhi una valanga d'azione divertentissima, sopra le righe ed oltremodo splatter, ma non solo, di colpo migliora anche la tecnica di regia, la luce ed il gusto nella fotografia in generale: sembra sia cambiato il regista a metà produzione. Sembra che la mano del dio del cinema si sia poggiata sulla sua testa, benedicendolo.

Gli omaggi ai classici del genere, come a La Casa ed a tutto l'immaginario creativo del sempreverde Romero, diventano più espliciti ed il regista finalmente si concede, abbassa la maschera e decide di accogliere sotto la sua ala protettrice anche lo spettatore meno esperto e smaliziato.

Il susseguirsi continuo di scene memorabili mi ha entusiasmato, la trama perde la sua centralità e rimangono solo gli studenti imbranati contro i morti viventi che fanno a botte per vincere il trofeo del gruppo più sfigato, scambiandosi molte volte il testimone durante la sfida. Si passa dalla violenza macabra e gratuita al melodramma, dall'heavy metal alla musica classica. Tutto mescolato a centottanta all'ora.

Mi son divertito come un matto, consiglgiato!

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