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Fear and Desire - Paura e desiderio: il primo Kubrick in DVD

Disponibile in DVD il primo lungometraggio di Stanley Kubrick, Fear and Desire - Paura e desiderio, proposto da RaroVideo in una versione restaurata all'interno di un ottimo cofanetto in cui sono presenti anche due cortometraggi del regista e un booklet di approfondimento

Il lungometraggio d'esordio di Stanley Kubrick, datato 1953, è Fear and Desire - Paura e desiderio. Per chi ha frequentato e studiato la sua filmografia, questo film appare come il primo momento di riflessione su temi, azioni, pensieri e sul modo di costruire le immagini che Kubrick svilupperà nei suoi lavori successivi.
In Paura e desiderio il contesto è immaginario, come precisa la voce fuori campo all'inizio. Durante una guerra ignota, senza tempo, quattro soldati sono dispersi nel territorio nemico. Il loro obiettivo, ora, è rientrare alla base, passando per il fiume. Durante il percorso, prima si imbattono in una donna che prendono in ostaggio e legano a un albero e successivamente nel forte di un generale nemico. Per scappare hanno bisogno del suo aereo, ma prima devono ucciderlo.
Con questa opera Stanley Kubrick dimostra, nonostante avesse 24 anni, di avere le idee chiare sulla sua poetica cinematografica. Osservando Paura e desiderio si percepisce che il regista voleva rendere visibile i pensieri, i conflitti e le battaglie che attanagliano l'animo umano in un contesto di instabilità, come la guerra. In particolare la paura e il desiderio nel film appaiono come i sentimenti predominanti la psiche umana.Innanzitutto il regista caratterizza i protagonisti della pellicola in modo tale che rappresentino quattro archetipi dell'essere umano. Il tenente Corby (Kenneth Harp) è la razionalità: utilizza logica e controllo per cercare una via di uscita ad ogni situazione. Fletcher (Steve Coit) impersona la fedeltà al tenente con il suo essere servile e accondiscendente. Mac (Frank Silvera) è l'eroismo che si materializza attraverso il sacrificio utile per portare a termine la missione. Sidney (Paul Mazursky), infine, è la follia nata in un contesto ostile ed esasperato. La pellicola, infatti, dimostra come nello scenario di guerra l'uomo abbandona la sua umanità per favorire l'emergere del suo essere brutale, elemento che Kubrick svilupperà successivamente in Orizzonti di gloria (1957), Full Metal Jacket (1987) e ne Il dottor Stranamore (1964). I pensieri dell'uomo sono estremizzati, fino ad arrivare alla deriva, al pensiero limite, dettato dalla paura e dal desiderio sempre incombenti. I quattro soldati hanno paura, ma vogliono rientrare alla base, uccidere il generale, restare compatti, senza fare del male alla ragazza perché, come dice il tenente, “dobbiamo restare civilizzati”. La pellicola è, quindi, un perenne conflitto che Kubrick figura attraverso la sua grande maestria nel costruire le immagini. L'atmosfera del film è fredda, impalpabile, anestetizzata dal momento di sospensione, di attesa per le azioni dei personaggi. I loro pensieri, i loro desideri, le loro paure, in questo modo, emergono con una forza esplosiva che invade gli occhi di chi guarda. I soliloqui, le riflessioni interiori che i quattro soldati esprimono attraverso una voce fuori campo, si materializzano in immagini in continuo movimento; si accavallano come i pensieri nella loro testa. Il regista incolla la macchina a mano ai loro volti, alle loro espressioni, accostandosi a loro e lasciando che i loro pensieri di paura e desiderio si sviluppino naturalmente.
Paura e desiderio, quindi, è un compendio di 68' in b/n sulla psiche e sull'animo umano, sviluppato quasi come fosse un documentario in cui il narrato appare poco sviluppato, per, invece, lasciare spazio a un montaggio e a una ricerca fotografica di immagini esplicative e convincenti.

Il film arriva ora in DVD grazie a un cofanetto realizzato dalla RaroVideo, che per l'edizione ha utilizzato la versione della pellicola restaurata in HD dalla Library of Congress di Washington, corredandola con due cortometraggi diretti da Kubrick, Day of the Fight (Il giorno del combattimento) del 1951, in 16 mm in b/n, di 16', e The Seafarers (I marinai), del 1953, sempre in 16mm, colore, di 30'.
Il giorno del combattimento appare in stretta relazione a Paura e desiderio in quanto racconta l'intima natura del pugile Walter Cartier. Kubrick lo filma seguendo la sua vita dalla mattina fino al momento dell'incontro. Il ragazzo, all'inizio, appare come un uomo misero e povero con una vita canonizzata e semplice; vive in un contesto vuoto, solitario, unico e condivide empaticamente tutto con il fratello gemello. Il mondo di Cartier cambia improvvisamente sul ring, in cui esplode la sua rabbia. Ciò è reso visibile grazie a un climax ascendente di immagini che nella prima parte appaiono documentaristiche, ma che, con l'arrivo dell'incontro, si fanno sempre più strette sul volto del pugile, più attente a descrivere l'ansia e la tensione. Durante il combattimento Kubrick circonda il ring con una velocità di inquadratura sempre maggiore, girando da destra a sinistra e finendo a volte anche sotto i due combattenti. Il regista così facendo desidera porre in evidenza la vera natura di Cartier, la sua foga, il suo essere un uomo normale che combatte per vivere.
I marinai, invece, è un documentario di propaganda sull'attività del sindacato dei marittimi americani. Il corto descrive come si svolge la vita quotidiana di un marinaio a terra. C'è chi cerca un'occupazione su una nave; chi riposa; chi svolge attività ricreative e di apprendimento. In questo sviluppo didascalico, Kubrick sperimenta la sua arte con il colore, creando una fotografia calda e avvolgente, utilizzando dissolvenze per passare da un capitolo all'altro della narrazione, fino al finale, quando il regista filma il discorso di un sindacalista sui diritti e sulla democrazia, cambiando il suo linguaggio. Kubrick, come farà nella scena finale di Orizzonti di gloria, inquadra i volti di chi ascolta, commossi e partecipi, facendo emergere nei loro sguardi sentimenti di approvazione, commozione e una sentita partecipazione a quel discorso. Tutto ciò rende I marinai in linea con quel processo di sviluppo concettuale che approderà a Paura e desiderio e successivamente alla produzione filmica di Kubrick.

La RaroVideo, dunque, come spesso accade, confeziona un cofanetto che propone la visione di un film corredandola da spunti e documenti utili ad approfondire l'opera. Oltre ai due cortometraggi, infatti, il DVD prevede un booklet di analisi e comprensione. Innanzitutto presenta un saggio su Paura e desiderio scritto da Bruno di Martino in cui è proposta un'accurata analisi dei concetti del film e della loro espressione. Il libretto, inoltre, riporta l'interpretazione dello stesso film firmata Enrico Ghezzi che si concentra sulla definizione di Paura e desiderio come capolavoro mancante e non mancato e come film fuori dal tempo per il suo carattere di archetipo concettuale. Insieme alla biografia di Kubrick, sono riportati un saggio di Chris Chang del 1994 in cui il critico pone l'accento su come Paura e desiderio sia stato un buon banco di prova per gli sviluppi cinematografici successivi di Kubrick. Richard Combs, invece, si concentra su Il giorno del combattimento e sullo sguardo malinconico e commovente di Cartier, mentre Vincent Lo Brutto come scrisse in Stanley Kubrick. L'uomo dietro la leggenda edito da Il Castoro nel 1999, evidenzia ne I marinai il realismo delle immagini a colori e la maestria di Kubrick nel saperle adattare al suo scopo.

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Il lungometraggio d'esordio di Stanley Kubrick, datato 1953, è Paura e Desiderio. Osservato dopo aver già compreso l'intera filmografia del regista inglese, la pellicola è interpretabile come un primo momento di riflessione su temi, fatti, azioni, pensieri da lui sviluppati nei suoi film.

In Paura e Desiderio il contesto è immaginario, come precisa la voce fuori campo all'inizio. Durante una guerra ignota, senza tempo, quattro soldati sono dipsersi in un bosco in territorio nemico. Il loro obiettivo, ora, è rientrare alla base, passando per il fiume. Durante il percorso si imbattono, prima, in una donna che prendono in ostaggio e legano a un albero e successivamente nel forte di un generale nemico. Per scappare hanno bisogno del suo aereo biposto, ma prima devono ucciderlo insieme alla sua truppa.

Kubrick in questa pellicola dimostra, nonostante avesse 24 anni, di avere le idee chiare su come voleva dimostrare la sua idea. Osservando Paura e Desiderio si evince che l'intento del regista era rendere visibile i pensieri, i conflitti e le battaglie che attanagliano l'animo umano in un contesto di instabilità, come la guerra. In particolare il regista ha voluto che emergessero la paura e il desiderio in qualità di sentimenti in grado di dominare i processi mentali dell'uomo.

Innazitutto il regista caratterizza i protagonisti della pellicola in modo tale che rappresentino quattro caratteristiche differenti dell'essere uomano. Il Tenente Corby (Kenneth Harp) è la razionalità; utilizza logica e controllo per cercare una via di uscita ad ogni situazione. Fletcher (Steve Coit) impersona la fedeltà al Tenente con il suo essere servile e accodiscendente. Mac (Frank Silvera) è l'eroismo che si materializza attravverso il sacrificio utile per portare a termine la missione. Sidney (Paul Mazursky) è la follia nata nel contesto belligerante. Ognuno di questi caratteri è esasperato dal contesto di guerra, in cui l'uomo abbandona la sua umanità per favorire l'emergere del suo essere brutale, elemento che Kubrick svilupperà successivamente in Orizzonti di Gloria del 1957, Full Metal Jacket del 1987 e ne Il dottor Stranamore del 1964. I pensieri dell'uomo sono estremizzati, fino ad arrivare alla deriva, al pensiero limite, dettato dalla paura e dal desiderio sempre incombenti. I quattro soldati hanno paura, ma vogliono rinetrare alla base, vogliono uccidere il generale, vogliono restare compatti, non vogliono fare del male alla ragazza perché, come dice il Tenente, “dobbiamo restare civilizzati”. La pellicola è, quindi, un perenne conflitto che Kubrick figura attraverso la sua grande maestria nel costruire le immagini. L'atmosfera in cui si sviluppa la pellicola è fredda, inpalpabile, anestetizzata dal momento di spospensione, di attesa per le azioni dei personaggi. I loro pensieri, i loro desideri, le loro paure, in questo modo, emergono con una forza esplosiva che invade gli occhi di guarda. I soliloqui, le riflessioni interiori che i quattro soldati esprimono attraverso una voce fuori campo, si materializzano in immagini in continuo movimento; si accavallano come i pensieri nella loro testa. Kubrick incolla la macchina a mano ai loro volti, alle loro espressioni accostandosi e lasciando che i loro pensieri di paura e desiderio si sviluppino naturalmente. Paura e Desiderio, quindi, è un compendio di 68' in b/n sulla psiche e sull'animo umano, sviluppato quasi come fosse un documentario in cui il narrato appare poco sviluppato, per, invece, lasciare lo spazio a un montaggio e una ricerca fotografica di immagini esplicative e convincenti. La pellicola, inoltre, rappresenta un primo momento di analisi, come detto, di quell'indagine sull'uomo, sulla sua mente, sulla psiche che ritornerà protagonista nei film successivi di Kubrick, da 2001: Odissea nello spazio del 1968, per giungere al punto di arrivo ossia Alex (Malcom McDowell) di Arancia Meccanica, il più approfondito studio sull'uomo del regista inglese.

Paura e Desiderio arriva ora in DVD grazie a un confanetto realiazzato da Raro Video che utilizza la versione della pellicola restaturata in HD dalla Library of Congress di Washington, passata dal 16 mm al 35 mm, corredandola con due cortometraggi diretti da Kubrick, Day of the fight (Il giorno del combattimento) del 1951, pellicola in 16 mm, in b/n, di 16' e The seafarers (I marinai), del 1953, sempre in 16mm, colore, di 30'.

Il primo corto è in stretta relazione con Paura e Desiderio in quanto racconta l'intima natura del pugile Walter Cartier. Il regista lo segue dalla mattina fino alla sera ossia al momento dell'incontro. Il ragazzo appare come un uomo misero e povero con una vita canonizzata e semplice; vive in un contesto vuoto, solitario, unico e condivide empaticamente tutto con il fratello gemello. Il mondo di Cartier cambia improvvisamente sul ring luogo in cui esplode la sua rabbia. Ciò è reso visibile grazie a un climax ascendente di immagini che nella prima parte appaiono documentaristiche, ma che, con l'arrivo dell'incontro, si fanno sempre più tagliate, più particolari sul volto del pugile, più concentrate a descrivere l'ansia e la tensione. Durante il combattimento Kubrick circonda il ring con una velocità di inquadratura sempre maggiore, girando da destra a sinistra e finendo a volte anche sotto i due combattenti. Desidera porre in eivdenza la vera natura di Cartier, la sua foga, il suo essere di uomo normale che combatte per vivere.

I marinai, invece, perde questa struttura per apparire come un video di propaganda sull'attività del sindacato dei marittimi americani. La pellicola descrive come si svolge la vita quotidiana di un marinaio a terra. C'è chi cerca un'occupazione su una nave; chi riposa; chi svolge attività ricreative e di apprendimento.

In un contesto filmico estremamente didascalico, Kubrick sperimenta la sua arte con il colore, creando una fotografia calda e avvolgente, utilizzando dissolvenze per passare da un capitolo all'altro della narrazione, fino al finale. Quando documenta il discorso di un sindacalista sui diritti e sulla democrazia, il regista propone un maggiore accento realistico, facendo emergere, come farà nella scena finale di Orizzonti di Gloria, sul volto di chi ascolta i loro sentimenti di approvazione, la loro particolare commozione e la loro sentita partecipazione a quel discorso. Tutto ciò rende I Marinai in linea con quel processo di sviluppo concettuale che approderà a Paura e Desiderio e successivamente alla produzione filmica di Kubrick.

Raro Video, dunque, come spesso accade, confezione un confanetto che propone altro rispetto alla mera visione di un film. Infatti oltre ai due conrtometraggi, propone nel libretto un saggio di analisi e comprensione su Paura e Desiderio scritto da Bruno di Martino; l'interpretazione del film firmata Enrico Ghezzi che si concentra sulla definizione di Paura e Desiderio come capolavoro mancante e non mancanto e di film fuori dal tempo per il suo carattere di archetipo concettuale. Infine alla biografia di Kubrick, nel libretto sono menzionati due saggi critici, sempre a riguardo del film. Il primo è di Chris Chang del 1994 in cui il critico pone l'accento sull'essere stato una buona palestra per gli sviluppi cinematografici successivi di Kubrick. Richard Combs invece si concentra dui Day of fight e sullo sguardo malinconico e commuovente di Cartier e individua quali elementi sono esaminati dal regista che poi svilupperà in seguito. Infine è riportato il saggio che Vincent Lo Brutto scrisse per “Stanley Kubrick. L'uomo dietro la leggenda edito da Il Castoro nel 1999. Qui il critico evidenzia il realismo delle immagini a colore e la maestria di Kubrick nel saperle sempre adattare al suo scopo.

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