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Pinocchio torna al cinema

"Il mio intento è stato subito quello di crearlo il più fedele al libro e, allo stesso tempo, far sì che fosse qualcosa di nuovo, mai visto prima": Enzo D'Alò ci racconta come è nato e come si è sviluppato il suo film d'animazione tratto dalla celebre opera di Collodi

Collodi approverebbe di certo l'ultima trasposizione animata della sua celebra opera. Ci troviamo alla Casa del Cinema di Roma intenti a scoprire dal regista Enzo D'Alò e dai tanti e illustri doppiatori intervenuti, qualcosa in più su Pinocchio, già transitato alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia come film di apertura delle Giornate degli Autori - Venice Days. Il clima rilassato tra gli addetti ai lavori lascia spazio ad un po' di tristezza, in quanto, alla presentazione del film, mancherà certamente uno dei maggiori artefici di quest'opera, avendone curato musiche ed avendo dato voce ad uno dei personaggi, ovvero il compianto Lucio Dalla.
Il gruppo di doppiatori, capeggiati dal regista, è davvero nutrito: si va dal comico e conduttore toscano Paolo Ruffini, all'attore di lungo corso Maurizio Micheli, fino ad un autentico maestro del ramo come Mino Caprio, che per l'occasione ha come collega il figlio, il piccolo Gabriele Caprio, voce di Pinocchio.

Come nasce il progetto Pinocchio?
Enzo D'Alò: Alla fine degli Anni '90 Max Gusberti mi chiese di creare un nuovo film di animazione tratto dal libro di Collodi, ed il mio intento è stato subito quello di crearlo il più fedele al libro e, allo stesso tempo, far sì che fosse qualcosa di nuovo, mai visto prima. In questo mi ha molto aiutato Lucio Dalla con la sua ecletticità.

A quale pubblico è diretto il film?
E.D.: Io faccio i film per me, ma non per un motivo egoistico, semplicemente perché se un film non rispecchia per primo il mio gusto, non posso pretendere che piaccia al pubblico.

Come si è svolto il lavoro di animazione?
E. D.: Il lavoro con Mattotti, che ha curato personaggi e ambientazioni, è stato di pre-produzione, ovvero io chiedevo a lui come vedevo i vari personaggi e che sfumature volessero e lui metteva tutto su carta, con quella verve e quella forza espressiva che hanno in pochi nel settore. L'animazione digitale è poi stata curata da un'equipe specializzata. La produzione del film è stata molto laboriosa ed è durata quattro anni con l'ausilio di circa 500 persone.

Come è stato ricreare un Pinocchio animato, dovendosi confrontare con quello di disneiana memoria?
E.D.: La Di
sney ha cambiato molto della storia originale di Collodi, ad esempio non si parla mai di balene nel libro, ma di pescecane o di mostro marino, oppure il caso del pescatore verde che nel film americano non è presente. Il grillo parlante è un personaggi che nella vera storia non aiuta Pinocchio ma non lo giudica e non è un personaggio così centrale.

Paolo Ruffini, cosa ci dice di questo Lucignolo?
Paolo Ruffini
: Lucignolo è un personaggio simpatico, non volevo far trapelare la negatività, anzi io lo paragonerei ad un italiano medio, un po' credulone. Per me è stata comunque una grande esperienza lavorare con così tanti professionisti del settore.

Pinocchio in sé, è un po' gotico, ha degli aspetti crudi: come sono stati affrontati?
E.D.: Ho voluto alleggerire l'aspetto gotico della storia, togliendo delle scene troppo forti, ad esempio l'impiccagione di Pinocchio, senza però tralasciare la morale e gli insegnamenti molto importanti che il libro racconta e che poi sono quelli che caratterizzano quella che è la favola per eccellenza.

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