Gore Verbinski: “Vi presento Rango”
- Scritto da Francesco Siciliano
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Cosa l’abbia spinto a cambiare passo al suo cinema è presto detto. “L’animazione non è un genere come molti credono, ma è un mezzo dalle straordinarie potenzialità che permette di sprigionare tutta la fantasia di cui disponiamo”. Il linguaggio animato è servito a Verbinski per dare una forma insolita all’odissea di una lucertola che, in seguito ad un imprevisto, passa dalla quiete di un terrario domestico in cui ha sempre trascorso le sue giornate alla frenesia di Polvere, un villaggio del West in grande fermento a causa della irreversibile carenza d’acqua da cui è afflitto. Il piccolo rettile tenta di ritagliarsi uno spazio nella comunità in mezzo ad altri animali di diverse specie, alcuni buoni, altri cattivi: per guadagnarsi il rispetto degli abitanti del posto, prova a convincere tutti di essere un valoroso pistolero di nome Rango. In cuor suo sogna di essere un vero eroe, stimato e temuto, ma per diventarlo realmente può fare una sola cosa: mettersi alla prova al momento del bisogno, cercando di scoprire perché il villaggio è rimasto senz’acqua. Morale della favola: al netto delle apparenze, sono le azioni che determinano il valore di un individuo.
Si celebrano i temi dei classici del western e, allo stesso tempo, si cerca di rigenerarli. “Il film mescola la grande tradizione all’innovazione – spiega Verbinski –. Abbiamo inserito gli archetipici del mito della frontiera – come i banditi astuti, i sindaci corrotti, gli uomini di legge con la pistola sempre pronta – ed alcuni elementi che compongono una storia di questo tipo – penso ad esempio al cameratismo tra i personaggi ed al bisogno quasi primario del protagonista di assurgere ad eroe –, ma li abbiamo trattati in modo non convenzionale sullo sfondo di un paesaggio cinematografico completamente diverso, popolato da esseri che sono brutti ma anche buffi, bizzarri ma con un loro lato oscuro, e che, nonostante questo, non si può fare a meno di amarli”.
Non si contano le strizzatine d’occhio ai western più famosi. “Ce ne sono una marea: mi sono divertito a citare Sam Peckinpah, John Ford, Sergio Leone, Clint Eastwood ed ovviamente John Huston. Tutti questi registi mi riportano ai film con i quali sono cresciuto. Ma ci sono omaggi anche a pellicole più recenti, tra cui quelle dirette da John Lasseter, ed a Tex Avery. Credo che un cinefilo si divertirà molto a cercare di scovare le citazioni”. I più piccoli possono stare tranquilli: non si sentiranno esclusi dallo spettacolo che scorre sullo schermo. “Rango è un film contemporaneo ed attuale, adatto a qualsiasi tipo di pubblico: gli adolescenti lo ameranno per il suo humour anche senza conoscere tutti i riferimenti sparsi nelle scene”.
Per la quarta volta il regista collabora con Johnny Depp, impegnato a prestare la sua voce al protagonista. “Johnny è ormai un grande amico – confessa Verbinski –. Abbiamo un rapporto speciale perché lui non è solo un attore ma è anche un artista. Rango è stato disegnato su misura per lui. Insieme abbiamo dato il massimo”.
I due proseguiranno il sodalizio con un nuovo progetto, intitolato Lone Ranger (Il ranger solitario). “Siamo ancora agli inizi – conferma il regista –, al momento abbiamo buttato giù una bozza di sceneggiatura”.