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Esordio nella città ideale

"Fare l’attore è bellissimo, ma raccontare una storia propria e porgerla anche agli altri è qualcosa di unico": Luigi Lo Cascio ci parla del suo esordio dietro la macchina da presa con La città ideale, in uscita l'11 aprile

Abbiamo intervista Luigi Lo Cascio all’anteprima romana del suo film d’esordio come regista: La città ideale, distribuito da Cinecittà Luce dall’11 aprile. Special guest: la madre di Lo Cascio, Aida Burruano, che recita per la prima volta accanto al figlio.

Come mai hai deciso di passare dietro alla macchina da presa?
Luigi Lo Cascio: Fare l’attore è bellissimo (infatti interpreto io stesso il protagonista), ma raccontare una storia propria e porgerla anche agli altri è qualcosa di unico.

Alla Mostra del Cinema di Venezia il film è stato definito un ‘thriller morale’. Ti riconosci in questa definizione?
L.L.C.: Assolutamente sì. In effetti il genere al quale si avvicina più questa pellicola è quello, perché si parla di un mistero e della ricerca della verità. La verità dal punto di vista degli altri che alla fine è un pretesto per la ricerca della verità su se stessi.

Tratta temi molto attuali: la polizia nemica dei cittadini e una magistratura molto discutibile…
L.L.C.: Mi fa piacere se il pubblico condivide gli argomenti di questo film e se ne appassiona. Preciso che non ho assolutamente voluto attaccare la magistratura, ma raccontare come un’esperienza inverosimile venga, appunto per la sua stessa natura, relegata dal magistrato nell’impossibile.

Ci sono riferimenti a Kafka?
L.L.C.: Indubbiamente, oltre che a Il Processo (in cui il tema della legge è ricorrente), mi sono ispirato agli aforismi, in particolare sulla ricerca della verità.

Il protagonista è un ecologista convinto, forse esagerato. Si tratta di un elemento autobiografico?
L.L.C.: Anche io sono un ecologista, non proprio esagerato come il mio personaggio. Certo, non capisco come si possa stare in una macchina tutto il giorno e alle 7 di sera andare in palestra quando si potrebbe camminare di più a beneficio di se stessi e dalla lotta all’inquinamento.

Siena, il luogo in cui si svolge la storia, è davvero la città ideale?
L.L.C.: L’ideale non è qualcosa a cui aspiriamo senza motivo, lo scegliamo anche senza sapere perché. Sicuramente Siena è una città a misura d’uomo, con un forte senso di appartenenza da parte dei suoi cittadini. Mi ricorda un po’ la polis greca.

Signora Burruano, cosa ha scoperto in più su suo figlio dopo questa esperienza?
Aida Burruano: Gigi è un attore molto bravo, ma quando mi ha detto che si sarebbe cimentato nel suo primo film da regista ho avuto paura. Mio figlio è disordinatissimo, per questo mi chiedevo come fosse possibile per lui fare il regista, che vuol dire appunto avere ordine e disciplina. Spero che ci sia riuscito. Da parte mia non ho fatto altro se non tutto ciò che fanno le mamme: assecondare il volere dei propri figli per amore verso di loro.

Vai alla scheda del film

 

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