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Don Pedro e i suoi amanti

Una commedia frizzante, 'frivola' e che strizza l’occhio al suo cinema dei primi anni Ottanta. Così Pedro Almodóvar ci presenta il suo nuovo film Gli amanti passeggeri, nelle sale dal 21 marzo in 330 copie, distribuito dalla Warner Bros.

Sala gremita e solo posti in piedi per la conferenza stampa di presentazione del film Gli amanti passeggeri, il ritorno alla commedia per il maestro Pedro Almodóvar, un successo clamoroso in Spagna che nel primo week end di programmazione ha visto l’affluenza di 250 mila spettatori. Ad accompagnarlo in questa trasferta romana, tre fra gli interpreti protagonisti: Blanca Suarez, Carlos Areces e Miguel Angel Silvestre, purtroppo non particolarmente interpellati dalla stampa se non per formalità. Le domande dei giornalisti in più momenti cercano di far scucire al regista spagnolo ben più di qualche dichiarazione sulla crisi economica che ha colpito tutti e sulla recentissima elezione del nuovo Papa.

Sei tornato alla commedia dopo tanto tempo. Cosa ti ha spinto a farlo?
Pedro Almodóvar: Ho un contatto diretto con la gente e, in effetti, l’unico sport che pratico è passeggiare per le strade di Madrid dove mi capita spesso di incontrare persone che mi chiedono: “Quando fai un’altra commedia?”. Questa richiesta mi è rimasta impressa, ma io non sono come un negozio dove entri e chiedi ciò che ti serve. In realtà volevo tornare alla commedia, ma stavo aspettando la sceneggiatura giusta. Il mio è un ritorno non solo al genere ma anche ai toni dei miei primi film; questo, in particolare, vuole essere un omaggio a quei gloriosi anni Ottanta nei quali la Spagna era in un momento di totale vitalità e libertà. Io non sono un nostalgico ma ricordo quel periodo con gioia e, per contro, la situazione che si vive in questo momento nel mio Paese, è la peggiore mai vissuta dall’inizio della democrazia.

Dopo gli attentati terroristici alle Torri Gemelle si può tornare a parlare con ironia di ciò che succede all’interno di un aereo?
P. A.: Io credo che sia passato abbastanza tempo dall’11 settembre, e dalla tragicità di quell’evento, da poter parlare di nuovo con ironia di questo argomento. Io in realtà non so esattamente cosa succeda su un aereo, a parte le normali indicazioni che ci vengono date su dove si trovano le uscite di sicurezza. Con questo film volevo  riunire un gruppo di persone in un ambiente claustrofobico, dal quale non potevano uscire, e fare in modo che fossero i dialoghi, e quindi la parola, ad essere il veicolo principale della narrazione.

Com’è stato lavorare con un regista come Almodóvar?
Blanca Suarez: E’ l’esperienza migliore che abbia mai avuto, sia dal punto di vista personale che sul piano umano. Per un attore, secondo me, lavorare con Pedro segna una sorta di punto d’arrivo.

Carlos Areces: Quando mi fanno questa domanda non so mai cosa rispondere se non che è stata un’esperienza meravigliosa, perché se ti chiama Pedro Almodovar e ti dice che vuole che tu faccia un film con lui, rispondi di sì senza pensarci due volte.

Miguel Angel Silvestre: Ciò che mi ha colpito di più nel lavorare con Pedro è la sua disponibilità ad ascoltare gli attori, e a farti sentire protetto e a tuo agio.

Pedro, cosa ne pensi dell’elezione del nuovo Papa?
P. A.: Non me la sento ancora di giudicarlo, bisogna prima lasciargli fare qualcosa. Una cosa è certa, tutti abbiamo un passato, anche il Papa. Credo che sarà un pontefice della continuità, e questo di sicuro non è un bene. Sarebbe opportuno che la Chiesa si adeguasse al momento nel quale viviamo e per questo mi sento di dargli due consigli. Il primo è quello di fare in modo che le donne diventino al pari degli uomini, anche nel sacerdozio. Il secondo è quello di buttare via il celibato: uno scacco matto al celibato, come unica soluzione plausibile alla terribile infamia che sono gli abusi sessuali. Non guasterebbe che la Chiesa aprisse anche a tutti i tipi di matrimonio, che in realtà se vai a vedere bene sono solo tre:  uomo e donna, uomo e uomo, donna e donna.

L’amore e il sesso possono essere un antidoto alla crisi come lo erano nei suoi primi film nei riguardi della dittatura?

P. A.: Io penso che l’amore sia la cosa più bella che possa capitare. Sconfiggere la crisi con l’amore? Forse se i politici si innamorassero del popolo qualcosa cambierebbe, ma dubito che questo possa accadere. Per quanto riguarda il sesso, per me è la natura che ce l’ha dato e nessuno ce lo può togliere.

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