News, recensioni, approfondimenti sul cinema asiatico

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniAsiaConfessions

Confessions

Una scena di ConfessionsUna nerissima e cupa serie di confessioni incrociate che indagano sull'adolescenza votata al massacro nella società giapponese: ribellione, inadeguatezza ed educazione esplorate con forte impatto visivo

Dopo essere stato presentato nei festival di ogni parte del mondo ed avere ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui la nomination all'Oscar come miglior film straniero, esce con tre anni di ritardo anche in Italia, e grazie alla meritoria opera della Tucker Film, Confessions del giapponese Tetsuya Nakashima, lavoro, che è bene dirlo, non ha ricevuto solo critiche molto positive, ma anche qualche bocciatura: in medio stat virtus, e se appare decisamente eccessivo il termine 'capolavoro' altrettanto ingiustificate sono le stroncature.
Confessions è un buon film, che mostra sin da subito il vero volto del suo regista, conosciuto più per la sua ricerca visiva che per le tematiche, come dimostrano i suoi lavori precedenti (Kamikaze Girls su tutti); per fortuna stavolta c'è anche una buona dose di sostanza, di certo non particolarmente originale, che emerge dall'indagine su alcuni aspetti che da anni ormai ossessionano la società giapponese e anche le sue forme d'arti visive: il disagio adolescenziale che si carica di autodistruttività ed il ruolo dell'educazione.
Il lungo prologo che si svolge in una classe delle scuole medie e che inizia coi toni della commediola, ben presto ci getta in una ambientazione drammatica, quasi allucinata, in cui al bianco sfavillante e freddo dell'ambiente si mescola il torbido che alberga negli allievi dell'insegnante Yuko Moriguchi, che al termine del trimestre decide di abbandonare la scuola, non prima però di aver svelato la sua verità sulla morte della figlioletta per mano di due suoi allievi. Qui inizia la sua vendetta (o la sua battaglia etico-morale?) e la storia procede con le confessioni dei vari protagonisti della vicenda.
Ne emerge un quadro dominato da una ferocia adolescenziale che spaventa, da un difficilissimo rapporto genitori-figli, dall'incosciente senso di onnipotenza che alberga nei ragazzini, dall'emulazione contrapposta all'inadeguatezza nei confronti delle aspettative dei genitori, dalla spinta onnipresente al suicidio e alla distruzione iconoclasta, dalla difficoltà nei rapporti interpersonali troppo spesso dominati da ossessioni e fobie, dalla cattiveria ancestrale vissuta come momento istintivo di sopravvivenza e di affermazione che risiede nei giovani in fase di sviluppo della personalità.
Il dramma, che esplode quasi subito, si fa man mano sempre più profondo, oscillando tra la sottile vendetta, soprattutto psicologica che Yuko mette in atto, e l'energia tragica e distruttiva che opprime i giovani protagonisti. Nakashima, pur ondeggiando tra flashback continui, intrecci narrativi e piani temporali diversi, ha la indubbia capacità di mantenere un filo logico e una coerenza narrativa che a ben vedere costituiscono uno degli aspetti più belli del lavoro. Viceversa, e conoscendo il regista la cosa non stupisce, la ridondanza stilistica ed estetica che si esplica soprattutto in una ossessiva presenza della slow motion e nel perenne sottofondo musicale (tra l'altro bello), alla lunga infastidiscono, pur senza scalfire però l'impianto del lavoro che rimane ad un livello buono, dominato dai toni del bianco e del grigio, alienanti e freddi, con rari inserti di colori portati da un cielo sempre striato di nubi che fungono da prisma.

Convincenti i giovani protagonisti che appaiono credibili nei panni di adolescenti di una generazione che appare vuota e votata al massacro; su tutti domina l'interpretazione di Takako Matsu, vendicatrice-educatrice ambigua e intensa che offre una prova degna di nota.

Vai alla scheda del film

 

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.