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Ip Man - The Final Fight (Far East Film Festival 2013)

Ip Man è stato una vera leggenda: Herman Yau propone un altro pezzo della vita del maestro del kung-fu. Saggezza, insegnamenti, lezioni di vita, ma soprattutto girandole di colpi e pugni: questo era Ip Man

1949. Ip Man si trasferisce da Foshan a Hong Kong per insegnare lo stile marziale Wing Chun. All'inizio ha pochi discepoli e vive sul tetto di un palazzo che ospita anche la scuola. Pian piano la fama cresce e gli allievi si fanno più numerosi. Crescono anche i problemi di Hong Kong. E' un protettorato inglese in terra cinese; la sua economia è in crisi, non c'è lavoro e la gente è costretta a vendere di figli per campare. Inoltre c'è la malavita che in queste situazioni di avversità, sfrutta il suo potere per imbrogliare i cittadini. Ip Man si deve scontrare con tutto questo, fino al combattimento finale, alla resa dei conti tra forze benigne e forze maligne.
Uno degli 'eroi' della storia di Hong Kong, Ip Man appunto, non poteva che essere narrato da un grande regista della stessa città, Herman Yau. Dopo aver girato The Legend Is Born - Ip Man (2010),  Yau questa volta focalizza la sua attenzione sull'ultima parte della vita del maestro. Il personaggio, interpretato da Anthony Wong, è caratterizzato come un vecchio saggio impegnato a insegnare ai suoi discepoli a vivere correttamente e nel rispetto della propria persona e degli altri. I suoi movimenti sono lenti e precisi, come quando confeziona le sue sigarette, le parole misurate e calibrate, il suo potere di assistere gli altri contro le avversità è profondo e consolatore. Anche quando concede la sua attenzione alla giovane cantante, Zhou Chuchu, bella, avvenente, ma al contempo smarrita e in cerca di una guida, è accomodante e discreto.
Insomma emerge un personaggio di grande caratura spirituale e di profonda saggezza. Intorno a lui si muove una Hong Kong ricostruita graficamente con una minuziosa attenzione, resa vitale da un traffico caotico e intenso e da una circolazione di popolazione locale e inglese che riesce a rappresentare la difficile convivenza tra i due popoli.
Poi c'è il kung-fu. I combattimenti sono ben girati. All'occhio del regista non sfugge nessun colpo, sia nei confronti singoli che in quelli di gruppo. In particolare la scena della danza del dragone in cui i migliori discepoli di ogni scuola di kung-fu si affrontano in equilibrio su pali di diversa altezza, sono un buon esercizio di stile per il regista che rimane incollato con la macchina da presa al vorticoso muoversi di braccia, mani e gambe.
Belle immagini, combattimenti ben filmati, ma manca qualcosa, ossia il tessuto narrativo. Il racconto della vita del protagonista sembra assemblato a pezzi, a singole scene, analizzati come entità separate. Si intuisce che il legame tra la malavita e uno dei discepoli del maestro potrà portare a conseguenze drammatiche, ma questo aspetto non è ben presentato, è solo accostato a un'altra vicenda. In questo modo il pubblico si trova al combattimento finale, sotto la pioggia, senza la naturale suspence, senza la tensione emotiva che renderebbe il combattimento avvincente ed emozionante oltre che dello da vedere.

Ip Man - The Final Fight è tutto sommato un buon film sull'arte del Wing Chun, ma che illustra, se non relativamente, la vita della leggenda Ip Man.

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