Extra festival ed eventi: speciali, interviste e approfondimenti

Ti trovi qui:HomeFestival ed eventiExtra festivalFar East Film Festival 2019: uno sguardo al programma

Far East Film Festival 2019: uno sguardo al programma

Tutto pronto a Udine per la 21esima edizione (26 aprile – 4 maggio) del Far East Film Festival, punto d’osservazione privilegiato sulle tendenze, gli stili e il mercato cinematografico dell’Estremo Oriente: 76 titoli e tanti ospiti tra i quali la star hongkonghese Anthony Wong, la diva cinese Yao Chen e la grande attrice coreana Jeon Do-yeon che riceveranno il premio alla carriera

Partiamo dai numeri: 76 titoli, 51 in concorso, 14 opere prime, 3 anteprime mondiali, 12 internazionali, 18 europee, 12 cinematografie diverse, una retrospettiva, un restauro in anteprima mondiale (e altro ancora). Il programma del Far East Film Festival è come sempre ricco, ricchissimo. Nella quantità così come nella varietà, dentro si può trovare davvero di tutto. Una finestra, anzi un portone verso l’Oriente. Uno specchio il più comprensivo possibile della produzione cinematografica asiatica. Popolare per scelta, senza trascurare proposte innovative.

Ad aprire il festival, inaugurando la grande abbuffata di proiezioni, il coreano Birthday diretto da Lee Jong-un, sul naufragio del traghetto Sewol che cinque anni fa ha segnato il Paese. Trecento passeggeri morti, in gran parte adolescenti in gita scolastica. Una tragedia raccontata attraverso il dolore di due genitori che hanno perso il figlio. Produce Lee Chang-dong, protagonista una grande attrice come Jeon Do-yeon (Palma d’oro per la miglior interpretazione a Cannes nel 2007 per Secret Sunshine diretto dal maestro sudcoreano) che a Udine riceverà il Gelso d’Oro alla carriera. Birthday guida la numerosa pattuglia di film coreani, ben 12 in concorso, che negli ultimi anni hanno conquistato spesso la giuria popolare del FEFF. Tra questi, curiosità in particolare per Intimate Strangers, remake del film italiano Perfetti sconosciuti, Innocent Witness con Jung Woo-sung nei panni di un avvocato alle prese con un caso di omicidio e il thriller Door Lock con protagonista Kong Hyo-jin. Attore e attrice molto amati in patria, entrambi presenti a Udine ad arricchire la lunga lista di ospiti.

Lista che ha tra i nomi più attesi una leggenda di Hong Kong come Anthony Wong, altro premio alla carriera di questa edizione, che ritorna in Friuli vent’anni dopo. Quando nel 1999, per il primo FEFF, aveva accompagnato Beast Cops diretto da Gordon Chan e Dante Lam. Uno dei tanti titoli della sua ricca filmografia che verrà celebrata con la proiezione del suo esordio a metà degli anni Ottanta My Name Ain’t Suzie di Angie Chan e del recente Still Human di Oliver Chan. Per il cinema hongkonghese da segnalare in competizione anche Project Gutenberg di Felix Chong, pluripremiato in patria, Three Husbands di Fruit Chan e A Home with a View di Herman Yau. Anche la Cina presenta una stella a Udine da premiare con il Gelso d’Oro alla carriera, la diva Yao Chen. Seguitissima sui social, inserita da Time Magazine fra le 100 persone più influenti del mondo, è stata paragonata, anche per il suo attivismo, ad Angelina Jolie. Al FEFF arriva con il thriller sociale Lost, Found di Lue Yue, riflessione sui diritti civili e sulla condizione femminile nella Cina contemporanea. Tra gli altri titoli cinesi, che affrontano temi forti, Dying to Survive sul mercato dei farmaci per malati terminali e The Rib, dramma familiare a tematica transgender.

Variegata anche la rappresentanza del cinema giapponese. Da registi navigati come Sabu, con il suo nuovo film Jam, a interessanti esordi come quello di Seiji Tanaka con Melancholic. Da segnalare poi Every Day a Good Day di Tatsushi Omori per vedere all’opera Kirin Kiki in quello che si può considerare il suo film d’addio (l’attrice è scomparsa qualche mese fa), l’omaggio al grande Koji Wakamatsu firmato da Kazuya Shiraishi con Dare to Stop Us e l’ultimo lavoro di un regista più volte protagonista a Udine: Hard-core di Nobuhiro Yamashita. Non mancano film da altri Paesi. Anche se ovviamente in numero minore sono rappresentate anche le cinematografie di Taiwan, Singapore, Indonesia, Malesia, Filippine, Thailandia e Vietnam con il film di chiusura Furie che porta avanti la lunga tradizione fareastiana dei titoli di arti marziali femminili. Da ricordare poi, tra le altre cose, la retrospettiva 100 Years of Korean Cinema con titoli di maestri come Kim Ki-young e Im Kwon-taek e il classico di Taiwan appena restaurato, presentato a Udine in prima mondiale, The Wheel of Life di King Hu, Li Hsing, Pai Ching-jui.

Per tutte le informazioni e il programma completo: www.fareastfilm.com.

Fabio Canessa

Viaggio continuamente nel tempo e nello spazio per placare un'irresistibile sete di film.  Con la voglia di raccontare qualche tappa di questo dolce naufragar nel mare della settima arte.

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.