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Michael Jackson Day

Spike Lee al photocall della Mostra del Cinema di VeneziaMichael Jackson è vivo e vegeto. A tre anni di distanza dalla sua scomparsa, gli schermi della Mostra del Cinema di Venezia riportano in vita quello che tutti hanno definito come il re della pop music. Dobbiamo ringraziare Spike Lee, che lo ha resuscitato con rispetto e devozione in Bad 25, un documentario che ci porta dietro le quinte dell'universo artistico e privato di Jackson e della genesi di Bad, il settimo disco best-seller della star, l'ultimo realizzato in collaborazione con il mitico Quincy Jones.
Non è la prima volta che Spike Lee e Michael Jackson incrociano le loro strade: il regista afroamericano aveva già diretto il videoclip di They Don't Care About Us. Grazie a materiale inedito preso direttamente dall'archivio privato del cantante e a interviste esclusive a celebrità, discografici, artisti che sono stati vicini a Jackson o che ne sono stati influenzati (tra gli altry, Quincy Jones, Mariah Carrey, Cee-Lo, L.A. Reid, Sheryl Crow, Kanye West e Martin Scorsese), Lee mostra un lato più personale della leggenda, riuscendo così a regalarci un documento commemorativo a tutto tondo che farà fare salti di gioia ai fanatici di Jackson o della pop music. Astenersi chi non ama il genere.

Una immagine tratta da Paradise: FaithIl paradiso non è qui. "Molti sono ossessionati dal sesso: liberali dall'inferno!". "Ti prometto che l'Austria tornerà cattolica". No, non sono le parole di qualche cardinale austriaco invasato. A pronunciarle è Anna Maria, la protagonista del provocante Paradise: Faith, secondo capitolo di una trilogia sulla ricerca della felicità ad opera di Ulrich Seidl (quello di Canicola). Un'infermiera che nutre una devozione smisurata verso Gesù, al punto da spingersi a fare l'amore con un crocifisso (uno dei tanti appesi alle pareti della sua casa: ne abbiamo contati sei!) in una delle scene più forti della pellicola. Dedita alle punizioni corporali per espiare non si sa bene quali peccati, la donna, dopo il fallimento del matrimonio con un musulmano scorbutico che la tratta con modi alquanto sprezzanti, ha deciso di abbracciare, con tutta se stessa, la fede cattolica per una missione del tutto particolare: far ritrovare al suo Paese, l'Austria, la via della virtù. Il modus operandi è sempre lo stesso: Anna Maria va di casa in casa munita di una piccola statua della Madonna e costringe le persone a pregare all'interno delle abitazioni e ad adorarne l'effigie con la promessa che ne ricaveranno effetti benefici per le loro vite. Le persone che incontra, però, non sembrano nutrire alcun interesse per lei e il suo ardore cattolico. L'obiettivo di Seidl è chiaro: mettere alla berlina il fervore religioso che attecchisce negli individui che si dedicano anima e corpo alla fede per colmare un qualche vuoto interiore. Anna Maria non è altro che una marionetta nelle mani del regista: compie una sfilza di azioni aberranti – frutto del suo modo di vivere la religione come qualcosa di totalizzante ed estremo – per il piacere del regista di sferrare una lunga serie di colpi bassi alla religione cattolica con situazioni furbe e calcolate. È fin troppo facile mettere in piedi un teatrino irridente che inanella veri e propri sketch più o meno esilaranti, sotto uno sguardo che vuole essere rigoroso per esaltare ancora di più l'assurdità delle gesta di Anna Maria. Se si voleva affrontare le derive della fede in modo urticante, be', ci voleva ben altro per smuovere le nostre coscienze. Questa volta il cinema scioccante e iperrealista di Seidl spara a salve. Doveva essere il film-scandalo della Mostra, e invece...  

Zac Efron in una scena di At Any PriceL'ora di Zac. Già dalle prime ore del mattino le fan di Zac Efron con l'ormone impazzito portano un po' di vivacità in una giornata dominata da un tempo uggioso e da film con storie drammatiche. Le fanciulle in fiore che lo adorano iniziano ad assieparsi vicino al tappeto rosso in attesa di chiedergli un autografo o di immortalarlo con una foto quando il divo si materializzerà per la premiere serale di At Any Price. Si tratta di un'opera del regista del decennio (ipse dixit il critico americano Roger Ebert): Ramin Bahrani. In tutta sincerità, dopo At Any Price, non siamo sicuri che Ebert continuerà a pensarla allo stesso modo... Il film racconta la storia di una famiglia di ambiziosi agricoltori dell'Iowa che, pur di espandere il loro business, sono pronti a tutto, anche a compiere azioni spregevoli. Il messaggio nella bottiglia è che l'ambizione al successo alla base della società americana è una pianta marcia difficile da sradicare. Al di là del bel faccino di Efron che farà felici le teenager e delle ottime interpretazioni del cast (Dennis Quaid su tutti), manca qualsiasi cifra registica che possa dare sfumature nuove ad un tema ricorrente nella cinematografica americana. Speriamo che sia più stimolante il mega party in onore di Zac che si terrà nei duemila metri quadrati dello Spazio Lancia all'Hotel Excelsior.

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