Yves Saint Laurent - Recensione
- Scritto da Anna Maria Possidente
- Pubblicato in Film in sala
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Nel 1951, a soli 21 anni, Yves Saint Laurent (interpretato da un intenso Pierre Niney) succede a Christian Dior nella guida della blasonata maison, all’interno della quale ha già dato prova di grande bravura.
Il biopic del regista Jalil Lespert ripercorre la vita e la carriera di un giovane di successo, senza tralasciarne i difetti, ma non soffermandosi su di essi in maniera maniacale: droga, alcool e scandali sono semplicemente una parte della storia. Non manca nulla, dunque, a iniziare dal sodalizio personale e professionale con Pierre Bergé (Guillaume Gallienne), l’inseparabile compagno che viene mostrato come uno dei principali artefici del suo successo. Quella tra Yves e Pierre è una liaison che resiste a tutto, compresa la gelosia, perché se da un lato c’è la genialità di un uomo che ha fatto la storia della moda, dall’altro (sempre in ombra, mai sotto i riflettori) c'è una persona in grado di ‘mandare avanti la baracca’, anche quando gli eccessi di Yves rischiano di rovinare tutto.
Il film esce in Italia, distribuito da Lucky Red, a sei anni dalla morte del franco algerino (proprio come il regista) YSL. A differenza dell’altra pellicola in uscita quest’anno, del regista Bertrand Bonello, questa di Lespert dispone di tratti reali, proprio grazie alla disponibilità di Bergé, il quale dopo la morte del compagno è diventato il responsabile della sua opera. Gli stessi occhiali, indossati dal protagonista, sono gli originali appartenuti allo stilista. Anche alcuni degli abiti, come ad esempio quelli della famosa collezione Mondrian, sono stati prestati per realizzare il film. Sicuramente non è soltanto per questo motivo che gli spettatori si appassioneranno: gli attori sono tutti bravissimi e le scene delle sfilate di moda non hanno nulla da invidiare a quelle vere.
Non è necessario essere esperti di stile per apprezzare questa storia. Tutti i temi affrontati, compreso l’omosessualità, non sono presentati in maniera pesante o morbosa, ma rappresentano ognuno un tassello sapientemente applicato al momento giusto, per ricostruire il mosaico di una storia affascinante e complessa allo stesso tempo.