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The Canyons - Recensione (Venezia 70 - Fuori concorso)

Deludente prova di Paul Schrader in un lavoro che vorrebbe essere un thriller psicologico e che invece si traduce in una macabra fiera voyeuristica

L'approccio iniziale di The Canyons faceva ben sperare: fotogrammi immobili di cinema e teatri in rovina, ridotti a macerie o semplicemente abbandonati, musiche algide al punto giusto e perfino, comparsi sulla scena da subito i protagonisti della storia, un certo clima tendente al sottilmente morboso che prometteva bene; in più se pensi che Paul Schrader è una delle figure di spicco di certo cinema americano che si allontana da cliché consolidati ed abusati e che lo sceneggiatore è lo scrittore Bret Easton Ellis, autore di American Psyco, le premesse c'erano tutte.
Ben presto però si capisce che il film non sta in piedi, ove si eccettui la indubbia bravura da mestierante del regista soprattutto nelle riprese.
Il sottilmente morboso scade nell'ovvio e nel dozzinale, la storia si trasforma ben presto in un racconto di corna consumato nel sottobosco di Hollywood cui non serve il tocco da thriller psicologico né tanto meno le dissertazioni psicanalitiche, che trovano l'acme in una comparsata di Gus Van Sant nel ruolo dello strizzacervelli, sul potere e sul controllo della psiche.
Rimane un quasi macabro voyeurismo che permette se non altro di apprezzare (si fa per dire) sia il declino e l'indubbia pena che suscita una giovane donna quale Lindsay Lohan che regala immagini di sé pruriginose, nonché vistosi lividi sulle cosce e tatuaggi da pregiudicata, sia alcune scene scabrose soprattutto quella della miniorgia a quattro in cui ogni ruolo salta dagli schemi in favore di un pansessualismo cosmico e dulcis in fundo, sia per l'esordio di James Deen, noto attore porno insignito di numerosi riconoscimenti nel settore, in compagnia tra l'altro di un paio di altri operatori del settore in ruoli da comparsa.
Basta assistere ad un film non porno che comprende nel cast un numero di attori porno che spesso non figurano neppure in un film porno per essere soddisfatti? Chiaramente no, perché il film delude a 360°, nonostante la già citata pulizia nelle riprese (ricche ovviamente di immagini patinate nonchè ovvie di Los Angeles) e le indubbie musiche belle.

Film che passerà senza lasciare traccia, a meno che il voyeurismo non sia diventato ormai tanto potente da obnubilare le menti (e la critica).

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