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Fast & Furious 6

Un altro furioso e adrenalinico capitolo della saga dei Toretto, questa volta alle prese con i temi biblici di resurrezione, vittoria dei deboli e conquista della Terra Promessa. Vin Diesel, mai così angelico, in lotta contro la precisa oscurità dell’individualismo occidentale

Il dramma famigliare, da Bergman a Muccino, è uno dei generi più battuti dall’intera cinematografia mondiale. Dopo le denunce sui mali interni degli anni '70 e '80, le riflessioni sui nuovi assetti allargati e\o multietnici di fine millennio, oggi il genere si riappropria, in senso post-moderno, degli stilemi dell’antica familia romana e ne contrappone i valori a quelli di una società globale sempre più spersonalizzante e individualista.
Il pater Dominic Toretto, un Vin Diesel dolente e appassionato, in esilio e in custodia sentimentale di una poliziotta, viene a sapere che l’adorata compagna Letty, creduta morta, è viva e in combutta con un gruppo di mercenari, potenti e organizzati, in procinto di destabilizzare, con colpi sempre più audaci, l’intero Ordine del Mondo Occidentale. Quest’ultimo, simbolicamente rappresentato da un immenso DwayneThe RockJohnson, assolda l’intera famiglia e, con la promessa di riammetterla nel seno americano, la contrappone alla schiera disgregante dei ‘cattivi’ che, come si chiarisce ben presto, altri non sono che i ‘doppi’, le ombre degli eroi furiosi.
Giunto all’ultimo capitolo della saga con la sua firma, Justin Lin ne evidenzia la portata mitica e drammatica. Apparentemente ridondante e incoerente, la sceneggiatura è, al contrario, sapientemente organizzata per mettere in rilievo quello che è il tema portante dell’opera: il reintegro del codice ‘famiglia’ all’interno del sistema occidentale, al posto del codice ‘precisione’ adottato dai mercenari ossia, in altri termini, il ritorno dei legami affettivi, biologici, analogici al posto delle estranianti connessioni network, meccaniche, digitali.
Gli affetti sono in esilio, non a caso, in un paese noto per il calore della sua gente: la Spagna. L’Occidente sta per collassare sotto i colpi delle fredde armate delle famiglie elettroniche, mercenari amori virtuali, sterili e violenti. Solo la forza della debolezza, ossia il mistero della fragilità e del dolore umano, può essere la speranza, la base per la rifondazione di una civiltà che ha da tempo, ormai, oltrepassato il crepuscolo.
Vin Diesel e compari hanno la peggio; le auto sono più lente, i muscoli meno solidi, le armi meno devastanti ma hanno anche, però, qualcosa che alle loro ombre manca: la forza di un legame fisico e spirituale insieme. Hanno l’Amore. Cos’altro, se non l’Amore, può fare volare sopra viadotti e esplosioni e rendere morbide le lamiere accartocciate? Cosa, se non questo sempre più raro sentimento universale, può far ritirare con benevolenza l’amante poliziotta di Toretto da una competizione all’ultimo sangue con la compagna rediviva?

Alla fine, come previsto, il Bene trionferà, cesserà l’esilio e un nuovo ordine umano, fondato su preghiere e barbecue, sarà fondato.
Ma l’equilibrio ha in sé la sua nemesi e già un nuovo pericolo si affaccia, colpendo simbolicamente nel Sol Levante: Jason Statham. Riuscirà Don Dom Toretto a conservare la Terra Promessa riconquistata con tanto sudore e dolore?

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