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Blue Valentine

Blue Valentine arriva in Italia dopo una gestazione lunga tre anni (fu presentato al Sundance Film Festival nel 2010), paragonabile sensibilmente alla durata della relazione che vediamo scorrere sullo schermo durante 120 minuti di una delicatezza difficilmente descrivibile

Siamo sul piano del tattile, dove degli esemplari Ryan Gosling e Michelle Williams guidano lo spettatore attraverso il dipanarsi di una storia d'amore normale, quasi banale, che però porta in sé tutta la drammatica veridicità dei rapporti di coppia.
Nel film di Derek Cianfrance, Cindy (Michelle Williams) e Dean (Ryan Gosling) sono due ragazzi come tanti, che si conoscono per caso e cominciano una relazione. Cindy è trattenuta e pragmatica, Dean un libero scavezzacollo con un'istruzione elementare, ma la passione annulla le differenze e li lega profondamente.
Una domanda però sorge spontanea, e ci viene quasi 'imboccata' dallo stesso regista: può l'amore - anche quello più reale - resistere allo scorrere del tempo?
La bellezza di Blue Valentine sta nella cruda e tragica normalità della vita di coppia, che vede protagoniste anime che si incontrano per poi sfociare nel nulla, nell'assenza di desiderio, in un decalogo impietoso sulla perdita totale dell'amore. E' una pellicola sulle relazioni mediocri, oseremmo dire quotidiane, che si trascinano dietro la tortura di mentire a se stessi su un qualcosa che è morto. L'onestà di quest'ottimo film accompagna lo spettatore dall'inizio alla fine, dove lo spazio per le riprese si esaurisce negli sguardi dei protagonisti.
Ryan Gosling
è convincente e ficcante, e la Williams possiede una propensione naturale al dramma che pare risiederle negli occhi, ed è perfettamente pertinente con il suo percorso cinematografico.
L'azzeccata calibrazione tra sceneggiatura e attorialità trova la sua massima espressione in una regia affascinante e personale, che talvolta è solo un gelido occhio esterno sulla crisi dei due e altre un punto di vista focale di protagonisti innamorati del passato.

C'è da chiedersi il perché si sia aspettato tanto per distribuire questo film in Italia, che già all'estero era stato ampiamente apprezzato.
Da non perdere.

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