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Red Amnesia - Recensione (Venezia 71 - In concorso)

La rimozione del passato e il suo riaffacciarsi nel presente: Wang Xiaoshuai fa i conti con la Storia cinese attraverso una sorta di thriller ben congeniato e carico di riflessioni mai banali

Per la prima volta nella sua ormai abbastanza lunga e apprezzata carriera il regista cinese Wang Xiasoshuai calpesta il Red carpet veneziano, dopo essere stato negli anni scorsi ospite con certa frequenza sia di Berlino che di Cannes.
Le voci che precedevano la premiere di Red Amnesia parlavano di film che mostrava una svolta commerciale, di thriller e altre amenità simili: nulla di tutto ciò, l'opera di Wang è un tipico e coerentissimo lavoro in cui non solo gli aspetti tecnici ma anche quelli narrativi hanno chiara l'impronta del suo autore.
La storia ci racconta di un'anziana donna che vive a Pechino da sola dopo che il marito è morto da poco: ha due figli, uno sposato con prole e l'altro invece gay di cui vorrebbe ostinatamente continuare ad occuparsi. La sera, davanti alla ciotola di riso, parla con il ritratto del marito della cui scomparsa non riesce a rassegnarsi.
Prima strane telefonate, poi episodi oscuri turbano la donna al punto che tra sogno e realtà sembrano addirittura appalesarsi fantasmi, uno strano e silenzioso ragazzo che lei si trova sempre davanti ed infine il riemergere dal profondo della memoria e della coscienza un feroce senso di colpa e di rimorso che affonda le radici nel passato, ai tempi della Rivoluzione Culturale.
Giocando su binari paralleli che sembrano far oscillare il film quasi alla ricerca di un registro stabile, Wang con grande sapienza guida il racconto fino al punto giusto, dove ogni cosa si mette al suo posto in maniera quasi naturale. Il tema della Rivoluzione Culturale ha sempre costituito uno dei pilastri del cinema di Wang (Shanghai Dreams, 11 Flowers) soprattutto in funzione di quella che è l'interpretazione che oggi si dà di quel periodo, qualcosa chiaramente non risolto a livello collettivo ed individuale che richiama drammi personali che prendono corpo ancora oggi.La protagonista del film è l'emblema della Cina classica, quella tradizionale, quella che ha vissuto le esaltanti e drammatiche tappe storiche ma anche quella che non riesce ad adeguarsi alla realtà odierna, quella che vuole rimanere la madre premurosa e un po' autoritaria anche coi figli ormai adulti.
Il conflitto generazionale è uno dei temi che Wang ha spesso affrontato e che costituisce uno dei grandi temi della società cinese moderna: rimane qualcosa di apparentemente irrisolvibile quasi che esistano due paesi che fanno fatica a convivere. Tutta questa serie di tematiche e di riflessioni sono ben sviluppate in Red Amnesia e per tale motivo tutte le anticipazioni che avevano preceduto il film si rivelano fallaci.

Wang Xiaoshuai alla sua prima apparizione veneziana regala uno dei suoi film più belli che meriterebbe un qualche riconoscimento all'interno di una rassegna complessivamente non certo esaltante. Se a ciò aggiungiamo la splendida prova recitativa di Lu Zhong, saremmo veramente sorpresi se Red Amnesia tornasse a casa a mani vuote.

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