15:00. Arrivano Owen Wilson e Peter Bogdanovich per l'incontro stampa di She's Funny That Way, il film che ha fatto sbellicare dalle risate anche i critici più severi. A chi gli chiede cosa ne pensa della carenza di commedie sofisticate ad Hollywood, il regista risponde a chiare lettere: "Non voglio mordere la mano che non mi dà da mangiare. Hollywood si muove nella direzione sbagliata. Oggi ci si chiede come fare 300 milioni nel primo week-end. Siamo in un periodo di decadenza. Possiamo vedere Spider-Man che vola sulla città, ma chi se ne frega! La più grande esperienza è vedere la gente ridere, divertirsi. Ti fa bene al cuore, è il più grande dono che si possa fare a un regista". Poi arriva la fatidica domanda di una nota giornalista italiana che ogni anno si sente in dovere di chiedere ai divi americani "cosa ti piace del cinema italiano e con quali registi nostrani ti piacerebbe lavorare?". Owen Wilson non sa che dire e così parla di quando il padre lo portava a vedere al cinema Amarcord di Federico Fellini. Sempre la solita risposta (cambiano solo i nomi dei film e dei registi citati, a volte Michelangelo Antonioni, altre volte Sergio Leone) alla solita domanda.

14:35. Conferenza stampa di 99 Homes. Nel film uno dei personaggi afferma che "gli USA sono un Paese costruito per i vincenti". Il regista Ramin Bahrani confessa: "La nostra è una nazione che si regge su un sistema che favorisce i più potenti, ma le persone sono stanche. Dopo aver visto il mio film, molti mi dicevano che è arrivato il momento di cambiare. Pensate che nessuno è finito in carcere per la crisi dei mutui scoppiata in Florida". Sulla stessa lunghezza d'onda il protagonista Andrew Garfield. "Mi sono reso conto di quanto sia vulnerabile la gente. Per me era necessario partecipare a questo progetto per sensibilizzare le persone su un problema diventato mondiale".

13:00. Un sorriso ci accompagna all'uscita dalla commedia She's Funny That Way, ritorno alla regia del grande Peter Bogdanovich. Si tratta di una sophisticated comedy come non se ne fanno più ad Hollywood e dintorni. Protagonista Owen Wilson, regista teatrale con il debole per le escort. La sua passione per il sesso a pagamento darà il via ad una girandola di situazioni che si intrecciano fino ad esplodere. Si ride con gusto, altro che Xavier Beauvois!

11:00. Forse non sapete che a Venezia i film italiani ricevono sempre un trattamento, come dire, 'particolare'. La stampa nazionale è esigente, si sa: abbiamo spesso assistito a bordate di fishi contro i titoli nostrani (chiedete a Michele Placido, lui ne sa qualcosa dai tempi del - giustamente - bistrattato Ovunque sei). Questa volta però è diverso: Anime Nere di Francesco Munzi viene accolto da applausi convinti. Il film è una sorta di Gomorra girato nell'Aspromonte: parlato in dialetto calabrese, narra le gesta di una famiglia della 'ndrangheta che si autodistrugge in una guerra di mafia sullo sfondo di un piccolo paesino sperduto tra le montagne. Ben narrato, privo di qualsiasi compiacimento estetito, con attori professionisti e non e un'ambientazione rurale che ci restituisce una Calabria quasi primordiale, Anime Nere ha forse il solo difetto di sembrare troppo un compitino ben realizzato ma senz'anima.  

08:30. Alla Mostra di Venezia sta per materializzarsi Spider-Man: Andrew Garfield non si arrampicherà sui tetti delle case del Lido, ma avrà comunque un bel da fare: dovrà tenere testa all'orda di sostenitrici che già stanno invadendo le zone del red carpet in attesa di trovare il modo di scattare un selfie con lui o di ricevere un autografo. Noi però, prima di capire cosa succederà nel Garfield-day, abbiamo appuntamento con Anime Nere, primo titolo italiano in concorso.

(Continua...)

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