Colpi di fortuna - Recensione
- Scritto da Anna Maria Possidente
- Pubblicato in Film in sala
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Neppure quest’anno gli italiani sfuggiranno all’ennesima commedia targata Neri Parenti, che ormai è diventata un must del periodo natalizio, a base di situazioni equivoche e paradossali. Colpi di fortuna, come il precedente Colpi di fulmine, viene strutturato in episodi (in questo caso tre) e magari ci si aspetterebbe che fossero quanto meno diversi tra loro. In parte è vero: si tratta di tre storie differenti, ognuna si svolge grazie a una coppia di attori, ma l’impianto è pressoché il medesimo.
La prima parte è affidata a Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, che vestono i panni degli impiegati di una compagnia di crociere al porto di Napoli. Il personaggio di Paolo è innamorato pazzo di una barista, che però si vede con il suo migliore amico e lui, per affogare i dispiaceri, trascorre una notte brava a base di alcool e situazioni al limite, di cui il giorno dopo non si ricorda più. Il riferimento a Una notte da leoni è a dir poco imbarazzante.
Nel secondo episodio sembra che le nefaste sorti (a dispetto del titolo) di questo film vadano a risollevarsi, con l’inedita coppia Christian De Sica-Francesco Mandelli che, pur restando sul terreno facile della risata grossolana, regalano fugaci momenti di ilarità. Quantomeno De Sica, ormai veterano del genere cinepanettone, rimane fedele al suo personaggio: un uomo all’apparenza di classe, ma che non tarda a mostrare il suo vero aspetto da cafone arricchito, imprecando continuamente, con un linguaggio greve e stereotipato.
L’ultima avventura vede come protagonisti Lillo e Greg: il primo, un ex ballerino di prima fila di Raffaella Carrà, che adesso insegna danza in un ospizio di lusso; il secondo è suo fratello, di cui ignorava l’esistenza e che sembra arrivato appunto per un colpo di fortuna, insieme all’eredità del padre. La situazione comica dovrebbe basarsi sulle stranezze di questo zio Walter, un uomo pieno di manie e assurde fissazioni.
Possiamo tranquillamente dire che quest’ultimo sia il peggiore degli episodi, ma forse paga semplicemente lo scotto di essere stato messo in coda a una noiosa serie di terribili gag senza capo né coda.