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Terre di Confine Film Festival 2019: focus sul cinema cileno

Alla dodicesima edizione di Terre di Confine Film Festival focus sul cinema cileno, una delle realtà cinematografiche più vive nel panorama internazionale. Tra gli ospiti presenti in Sardegna Orlando Lubbert, regista che ha vissuto l’esilio per motivi politici in Europa durante la dittatura di Pinochet, Francisco Hervé e Jose María González.

Pur nella sua piccola dimensione, Terre di Confine Film Festival è ormai diventato un importante appuntamento italiano dedicato al confronto/incontro tra realtà cinematografiche apparentemente lontane. Da una parte la Sardegna, dall’altra un Paese o un’area geografica da esplorare attraverso il cinema. Ecco quindi dopo la Finlandia, Cuba, il Kurdistan, i Balcani, l’Africa, l’Argentina, la Romania, il cinema delle minoranze linguistiche spagnole, la Grecia, l’Irlanda e la Colombia un nuovo viaggio. Questa volta in Cile, protagonista della dodicesima edizione del festival che trova racchiusa la sua identità nel termine confine. Sia esso fisico, politico o concettuale. Quest’anno il tema di fondo è associato a quello della libertà, in tutte le sue declinazioni – libertà di pensiero, d’espressione, fisica, religiosa, economica, geografica, linguistica, sessuale e artistica – che sono ben rappresentate dalla cinematografia cilena. Sicuramente tra le più interessanti degli ultimi anni del panorama sudamericano e anche mondiale. Una creatività, una capacità di interrogarsi e di raccontarsi anche e soprattutto nel rapporto con la storia recente del Paese: la dittatura di Pinochet con i suoi morti, i suoi desaparecidos, i suoi esiliati, la polarizzazione della società e il bisogno di pacificazione alla fine del regime.

Tema centrale, per esempio, nella filmografia di Pablo Larrain e di Patricio Guzmán. Basta pensare per il primo a lavori come No – I giorni dell’arcobaleno, incentrato sulla campagna referendaria che portò alla fine del regime, e per il secondo al documentario Nostalgia della luce, due tra i film del programma del festival che si sviluppa principalmente tra i paesi, entrambi in provincia di Oristano, di Solarussa (8-10 marzo) e Asuni (15-17), con brevi tappe anche a Cagliari (dove si è svolta l’anteprima), Alghero e Sassari. Tra gli altri lungometraggi noti, usciti anche Italia, Una donna fantastica di Sebastián Lelio, premio Oscar come miglior film straniero nel 2018. Altro lavoro premiato dall’Academy in cartellone è il cortometraggio d’animazione Historia de un oso di Gabriel Osorio.
Non mancano ospiti di rilievo, in rappresentanza del cinema cileno. A partire da Orlando Lubbert, cineasta e docente di cinematografia che per dieci anni ha vissuto l’esilio per motivi politici in Germania durante la dittatura di Pinochet e che al suo ritorno in patria ha firmato film importanti come Taxi para tres, Concha de Oro al Festival di San Sebastian, e più recentemente Cirqo. Poi Francisco Hervé, giovane regista e produttore indipendente con il documentario La ciudad perdida, e Jose María González, basco residente in Cile da molti anni, con il suo Darío en toma che osserva sul campo la lunga protesta, vincente, degli studenti di un liceo per ottenere dal governo una legge che garantisca l’istruzione pubblica gratuita per tutti.
Tra gli altri film cileni Obreras saliendo de la fábrica di José Luis Torres Leiva, Machuca di Andrés Wood, Un caballo llamado Elefante di Andrés Waissbluth. A completare il ricco programma (in tutto trentacinque film tra corti e lungometraggi) anche diverse opere di autori sardi. Come il recente Ovunque proteggimi di Bonifacio Angius, apprezzato da critica e pubblico, e L’uomo con lanterna di Francesca Lixi, già vincitore del Premio Salani al Trieste Film Festival.

Terre di Confine Film Festival è organizzato dall’associazione Su Disterru, direttore artistico il regista Marco Antonio Pani. Per il programma completo: www.tdcf.it.

Fabio Canessa

Viaggio continuamente nel tempo e nello spazio per placare un'irresistibile sete di film.  Con la voglia di raccontare qualche tappa di questo dolce naufragar nel mare della settima arte.

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