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Venezia 73: Live blog day 6

Venezia 73 - Diario - Live Blog - Day 6 - Amir NaderiDal Lido di Venezia tutti gli aggiornamenti in tempo reale sulla 73esima Mostra del Cinema: i film, i personaggi, le attese, le feste, gli incontri e la vita quotidiana sull'isola cine-maniaca. Ecco il meglio del sesto giorno.

Cari lettori, benvenuti al sesto giorno della Mostra del Cinema.

Prima di iniziare la nostra cronaca facciamo un breve punto cinematografico. Per quanto riguarda il concorso con oggi restano da vedere Piuma di Roan Johnson, Una Vie di Stéphane Brizé, The Bad Batch di Ana Lily Amirpour, Voyager of Time: Life's Journey di Terrence Malick, Jackie di Pablo Larrain, Paradise di Andrei Konchalovsky, Questi giorni di Giuseppe Piccioni, The Woman Who Left di Lav Diaz, On the Milky Road di Emir Kusturica. La critica internazionale e nazionale si trova al momento concorde nell'affermare che La La Land di Damien Chazelle e Nocturnal Animals di Tom Ford sono i migliori film visti fino ad ora. Hanno inoltre impressionato Arrival di Denis Villeneuve e The Untamed di Amat Escalante. Bocciati il film di Wim Wenders e Brimstone di Martin Koolhoven. A nostro parere il Concorso, stando ad oggi, appare disarmonico non solo nelle narrazioni, ma anche nelle tematiche e nelle scelte visive. Siamo a metà, c'è tempo per fare bilanci.

Per quanto riguarda oggi...

09:00. Entriamo in sala per vedere Piuma di Roan Johnson inserito nel Concorso e secondo film italiano in gara per il Leone d'oro.

10:40. Le urla "Vergogna" e i fischi che hanno accolto la fine della pellicola di Johnson non sono da considerare sia per un motivo a prescindere, ossia che i film non si fischiano, e sia perché ormai è da anni che alla Mostra le pellicole italiane sono fischiate a priori. Detto questo il regista italiano non si è certo risparmiato nell'impedire che al termine della proiezione di Piuma rimanga dell'irritazione nel pubblico. Nella storia di una coppia di adolescenti alle prese con una gravidanza inaspettata Johnson pone sullo sfondo la crisi morale e sociale che attraversa l'Italia di oggi per narrare le difficoltà di vita dei protagonisti. Il problema è che questa cornice appare pleonastica e opportunista perché incollata solo per cercare di dare peso a una storia in sé banale che fa leva su una comicità romana non certo originale. Si ride in molti tratti, ma nel complesso il film è prevedibile e si trascina in invenzioni narrative immotivate.

11:00. Restiamo in attesa delle conferenza stampa della giornata, soprattutto quella di Amir Naderi, premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker.

12:00. Conferenza stampa di Monte di Amir Naderi in presenza del cast (Andrea Sartoretti e Claudia Potenza) e dei produttori, film inserito Fuori Concorso. Il regista iraniano è un fiume in piena di ottimismo e messaggi da lanciare. Innanzitutto precisa che ha voluto girare questa pellicola in Italia perché ama molto la nostra cinematografia e il nostro paese che l'ha accolto negli ultimi anni. Aggiunge che l'Italia è un paese vitale che ha bisogno di turismo, ma soprattutto di cultura e cinema. Tornando al film, il Monte del titolo, precisa il regista, è una caratteristica geofisica dell'Italia appunto piena di montagne, quindi quale luogo migliore se non il Belpaese per ambientare il suo film? Interrogato sui rapporti con il suo paese d'origine, l'Iran, Naderi afferma che non ha mai avuto problemi politici nello stato islamico. Semplicemente lui gira e cerca produzioni in giro per il mondo, perché si sente un cosmopolita. Ha aggiunto sempre a riguardo dell'Iran che vuole dedicare il film a tutti i giovani cineasti che filmano pellicole di qualità nel suo Paese e formano una nouvelle vague di grande rispetto. Infine due chicche. Andrea Sartoretti, attore protagonista di Monte, ha definito Amir "una bestia di energia e potenza". Il regista al termine della conferenza saluta tutti, ringrazia la sua troupe e il cast e dice che "nella vita bisogna combattere, affrontare e vincere le sfide". La sala stampa si lascia andare a un applauso lunghissimo. Naderi è veramente un grande! PS: Il film uscirà nelle sale italiane il 29 settembre.

12:30. E' il turno di sentire Amat Esclante, regista di The Untamed, in Concorso, accompagnato dagli attori Ruth Ramos, Simone Bucio, Jesus Meza ed Edén Villavicencio. Innanzitutto il regista messicano precisa che nel film ha voluto mostrare qualcosa che travalica la realtà di oggi. Per questo ha confezionato un film fantasy-horror-drammatico, perché gli piace mescolare i generi, in modo tale che in questa osmosi si possa trovare un fondamento alla contemporaneità. Ha quindi pensato a The Untamed come una pellicola piena di immagini nuove, sorprendenti, da imprimere nella memoria. Ha aggiunto, inoltre, che ama molto l'ambiguità, cercare situazioni diverse attraverso i misteri. Alla domanda sulle tematiche affrontate, Esclante ha riposto che la pellicola parla di machismo dominante, del ruolo delle donne, di ingiustizia, omosessualità, rifiuto della diversità, problematiche sociali che in Messico sono molto accentuate, e che il film è una metafora della violenza dominante nel Paese. Le attrici, Ramos e Meza, hanno continuato spiegando che i personaggi femminili devono mescolarsi con il mostro del film per riuscire finalmente a vivere liberamente la loro sessualità che in Messico rimane repressa. Infine un augurio da parte del regista e del produttore, ossia che il film nel loro paese sia accettato, che la gente non si offenda, perché mostra qualcosa in cui identificarsi, un canale attraverso cui interpretare il mondo di oggi. 

13:00. ..e improvvisamente mentre guardi il sole che picchia sulla tua testa e lo stomaco brontola perché da troppe ore rimugina il vuoto, alzi lo sguardo e vedi all'orizzonte Lav Diaz. Esattamente questa scena è accaduta a chi vi scrive nella zona antistante il Palazzo del Casinò. Come una fan che vede per la prima volta il proprio idolo ho corso e corso alla ricerca del cineasta filippino e alla fine l'ho trovato. L'ho bloccato e lui con molta simpatia si è concesso a un #selfiedememrda pubblicato sui profili Twitter e Instagram. Era un'occasione che non poteva sfuggirmi!

17:00. Dopo un paio di orette di sala stampa, è il tempo di tornare davanti il grande schermo. Sala Perla, The Road to Mandalay di Midi Z, presentato alle Giornate degli Autori.

19:00. E' in svolgimento il momento di confronto tra il regista, gli attori Kai Ko e Wu Ke-Xi e il pubblico. La storia del film riguarda una ragazza birmana che si trasferisce in Thailandia illegalmente. Ciò ha delle conseguenze, tra cui l'amore di un ragazzo non corrisposto, però, perché non condivide le sue aspirazioni. La pellicola è un semplice e puro film con una dignità artistica chiara. Vi citiamo solo una scena, ossia quando il ragazzo respinto dalla protagonista per l'ennesima volta scaglia con veemenza oggetti dentro una fornace. Il contrasto cromatico tra lo sporco del suo corpo e il brillante del fuoco vale la visione del film.  

19:30. Corse, corse, corse. In Sala Darsena c'è la Une Vie di Stéphane Brizé, in Concorso.

21:30. Il film di Brizé è in costume, ambientato alla fine dell'Ottocento perché tratto dal romanzo di Guy De Maupassant. E' proiettato in 4:3 e questo è già un elemento insolito. Poi la storia familiare si evolve tra tradimenti e morti e sembra non succedere nulla, ma la macchina da presa di Brizé guida l'occhio dello spettatore verso aspetti di vita e dinamiche psicologiche della protagonista in apparenza non valutate. 

22:00. Ultimo film della giornata, Traces of Sin di Kei Ishikawa, in Orizzonti.

24:00. Al momento la pellicola giapponese è sicuramente il miglior film visto alla Mostra. La storia è morbosa e perversa ed è narrata senza eccessi ma a metà tra un thriller e un dramma. La regia, inoltre, si reinventa di scena in scena destando con musiche, movimenti della macchina, slow motion l'attenzione di chi guarda. Una lezione da Orizzonti per alcuni dei film del Concorso. 

A domani!


Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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