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Quali sfide attendono Venezia 73 (e Alberto Barbera)? 5 riflessioni per capire che Mostra sarà

Mostra di Venezia 2016 - SpecialeIl 31 agosto è arrivato. La Mostra del Cinema 2016 apre definitivamente le sue porte al foltissimo popolo di accreditati e pubblico desiderosi di vedere film, attori, registi, di assaporare l'atmosfera frizzante del Lido, ma sopratutto di capire in che direzioni e con quali obiettivi si sono mosse le scelte del direttore Alberto Barbera e del suo staff

La sfida è stata lanciata lo scorso 28 luglio a Roma in occasione della conferenza stampa di presentazione del programma della Mostra del Cinema 2016. E' ormai riconosciuto da addetti al settore, stampa italiana e straniera, che Alberto Barbera e i suoi selezionatori hanno plasmato un'interessante, ricca, avvincente, coinvolgente selezione dei film. In attesa che il sipario si alzi sulla 73esima edizione, quali prove, scommesse, rischi attendono il direttore e La Biennale nel loro obiettivo comune di consolidare la fascinosa immagine del festival del cinema più antico del mondo?
Qui di seguito vi proponiamo 5 elementi programmatici, 5 considerazioni, 5 spunti di riflessione, di cinema e non solo, su cui la Mostra 2016 potrebbe giocarsi la sua riuscita, diventando un successo o un azzardo mal calcolato. 

5. Sala Giardino

E' una struttura rossa contenente 450 posti che svetta sul cratere 'della vergogna', ossia l'ex cantiere del mai-realizzato Nuovo Palazzo del Cinema. Sistemata tra il Palazzo del Casinò e il mare in un rigoglioso parchetto, la Sala Giardino è decisamente una novità accattivante e di forte attrazione. Accoglierà principalmente una selezione non competitiva denominata Cinema nel Giardino, che prevede in cartellone, tra gli altri, i nuovi film di James Franco, Kim Ki-duk, Gabriele Muccino, Laurie Simmons, Yarrow Cheney, Chris Renaud. In questo spazio il cinema di finzione, i documentari e l'animazione si mescolano proponendo un'essenza della settima arte. Le proiezioni saranno aperte al pubblico e agli accreditati e saranno accompagnate da dibattiti e incontri con autori e attori. Questa iniziativa creata per aprirsi, avvicinarsi al pubblico, come uno spazio di condivisione del cinema, può rappresentare un'idea da replicare anche in altri contesti per allungare e ringiovanire il futuro dei festival?

4. I film made in USA

Come già messo in evidenza nel mese tra la conferenza stampa e l'inizio della Mostra, la pattuglia a stelle e strisce è ampia e numerosa. In Concorso sono 7 le pellicole, sulle 20 totali, provenienti da Oltreoceano: Jackie di Pablo Larrain, Nocturnal Animals di Tom Ford, La La Land di Damien Chazelle, The Light Between Oceans di Derek Cianfrance, Voyage of Time di Terrence MalickThe Bad Batch di Ana Lily AmirpourArrival di Denis Villeneuve. E' vero che con Gravity, Birdman e Il caso Spotlight (tutti e tre premiati con l'Oscar), senza considerare The Danish Girl e Anomalisa, Barbera ha affinato un occhio lungo sui film di Hollywood capaci di attrarre le attenzioni dell'Academy in previsione Oscar e del pubblico. I film americani chiameranno al Lido sicuramente tante star e grandi folle la cui presenza può far bene alla Mostra, alla Biennale e alle economie del Lido e di Venezia. Può essere questo il motivo di una compagine statunitense così nutrita oppure queste pellicole propongono un'innovativa e immancabile idea di cinema a cui la Mostra non ha potuto rinunciare?

Alejandro Gonzalez Inarritu

3. I film asiatici e il cinema sudamericano

Barbera negli anni della sua seconda direzione alla Mostra ha spesso osservato con grande interesse al cinema sudamericano fino a consacrarlo definitivamente nella scorsa edizione in cui il Leone d'Oro è stato assegnato a Lorenzo Vigas con Ti guardo (Venezuela) e il Leone d'argento a Il Clan di Pablo Trapero (Argentina). Alla Mostra 2016 la carica sudamericana in Concorso si propone nuovamente forte. Considerando anche Jackie di Pablo Larrain, una co-produzione tra USA e Cile, sono tre i film di produzione latina: El ciudadano ilustre di Mariano Cohn Gaston Duprat (Argentina, Spagna), La region salvaje di Amat Escalante (Messico), El Cristo ciego di Christopher Murray (Cile, Francia). Se quindi questa cinematografia si presenta ben assortita (e agguerrita) nella geografia internazionale del cinema cercata da Barbera, al contrario sembra non trovare un giusto bilanciamento la presenza asiatica. Nel Concorso, infatti, è presente solo Lav Diaz con The Woman Who Left, mentre nel Fuori Concorso troviamo The Age of Shadows di Kim Ji-woon (Corea del Sud) e Gantz:O di Yasushi Kawamura (Giappone), in Orizzonti Gukoroku di Kei Ishikawa (Giappone) e Bitter Money di Wang Bing (Cina), senza dimenticare The Net di Kim Ki-duk (Corea del Sud) nella sezione Cinema nel Giardino. Eppure alla Mostra dell'anno scorso il regista cinese Zhao Liang con Behemoth aveva indicato il cinema cinese come in grado di proporre idee e visioni innovative, senza considerare, inoltre, che il regista coreano Hong Sang-soo, vincitore del Festival di Locarno nel 2013, già noto al pubblico internazionale per il suo stile fuori dagli schemi e senza paragoni, ha preferito portare il nuovo film Yourself and Yours con Isabelle Huppert al prossimo Festival di San Sebastian. Cosa nasconde questo 'dislivello geografico'? La visione sicuramente servirà a fugare tutti i dubbi, ma sarà in grado, allo stesso tempo, di consolidare l'idea di Barbera di trovare nella cinematografia sudamericana una nuova linfa per il cinema?

Pablo Trapero

2. La La Land

Il film di Damien Chazelle è tra le sfide più interessanti per la 73esima Mostra. Oltre ad essere stato insignito dell'onorificenza dell'apertura, La La Land è stato anche inserito nel Concorso. Barbera qualche tempo fa ha affermato che questo film è il cinema classico americano nella sua migliore espressione. E' un musical come non si vedeva da tempo in grado di far risaltare il talento dei due attori protagonisti, Ryan Gosling ed Emma Stone, oltre a quello del regista. Potrà La La Land ripercorrere la fortunata strada che ha portato i precedenti film di apertura della Mostra, Gravity e Birdman, dal red carpet del Lido a quello di Los Angeles nella notte degli Oscar? Sarà forse lo stile registico del giovane Chazelle la vera sorpresa della Mostra 2016?

1. Quale sarà la sorpresa?

Ecco appunto: quale sarà l'evento, il film, la rivelazione di questa prossima edizione della Mostra? Ci sono diversi aspetti da considerare.
Innanzitutto la presenza consolidata e sempre più massiccia del non-fiction, ossia del cinema documentario che si consolida nel Concorso con Spira Mirabilis di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti Voyage of Time di Malick e che trova una sezione apposita nel Fuori Concorso con nomi come Andrew Dominik, Sergei Loznitsa, Francesco Munzi e Ulrich Seidl. Che visioni arriveranno dal documentario?
Poi c'è la sfida di inserire una serie televisiva in un festival. Anche se non è certamente un esperimento nuovo nel Fuori Concorso della Mostra, a Venezia 73 saranno presentate le prime due puntate di The Young Pope, dirette, come tutte le altre, da Paolo Sorrentino e prodotte da HBO, SKY, Canal +. Potrà Sorrentino tracciare il futuro della serialità televisiva sempre più mescolata in stili e visioni al cinema?
Infine c'è la tecnologia. Come evento speciale, annunciato circa una settimana fa, la Mostra 2016 accoglierà per la prima volta la visione in VR di 40 minuti di Jesus VR - The Story of Christ, il primo lungometraggio interamente girato in realtà virtuale. La proiezione è stata allestita in una saletta apposita al Casinò dotata di cinquanta cuffie VR e sedili dotati di rotazione a 360°. Questo film, insieme a documentari, serie TV e web series, faranno parte del nuovo mercato denominato Venice Production Bridge (altra novità di Venezia 73), che si svolgerà dall'1 al 5 settembre.

The Young Pope

Alla luce di tutti questi elementi, l'interrogativo definitivo, quindi, da porsi è: quanto la Mostra e La Biennale si stanno aprendo al futuro in una nuova idea (espressiva, tecnologica, economica) di cinema? A quale fine? La sopravvivenza della manifestazione o l'investimento sulla cultura come elemento fondante del domani? 


Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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