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Far East Film Festival 2016: intervista a Sabrina Baracetti

Sabrina Baracetti - Intervista - Far East Film Festival 2016Alla vigilia dell’inaugurazione con Johnnie To della rassegna di Udine dedicata al cinema popolare asiatico la direttrice della rassegna ci parla della 18esima edizione e dei film da non perdere

Mancano poche ore e il Far East Film Festival raggiungerà la ‘maggiore età’. L’edizione numero 18 vuole essere all’altezza di un traguardo così importante per una rassegna che era nata come una piccola vetrina del cinema orientale (soprattutto hongkonghese) e che si è trasformata a poco a poco nel più grande evento dedicato al cinema popolare asiatico, calamitando attorno a sé film e ospiti che ogni anno mettono l’acquolina in bocca ad appassionati dell’Estremo Oriente come a qualsiasi cinefilo desideroso di misurare il suo sguardo con filmografie poco rappresentate sui nostri schermi.
Il programma offrirà 72 film (molti in anteprima europea), ospiti del calibro di Johnnie To e Sammo Hung e oltre 100 eventi collaterali, ma non bisogna dimenticare altre iniziative importanti come i classici restaurati di Bruce Lee, la retrospettiva sulla fantascienza giapponese e il focus sull'industria cinematografia asiatica.
In attesa di raccontarvi il FEFF da Udine abbiamo intervistato Sabrina Baracetti, la direttrice del festival, che ci introduce a questa attesissima 18esima edizione.

Quest'anno il Far East Film Festival compie 18 anni e ci sono almeno due eventi fondamentali che dimostrano come la rassegna sia divenuta un caposaldo cinematografico del nostro Paese: il riconoscimento del Ministero, che quindi certifica l'importanza culturale nazionale della rassegna, e la collaborazione con il MIA di Roma per il market Focus Asia, che apre scenari che potrebbero rivelarsi straordinari: al di là dei dovuti complimenti per la riuscita di una simile partnership, come pensi che tutto ciò possa influire sulle sorti future del FEFF?
Con il nuovo market Focus Asia la platea del FEFF cresce, aggiungendo un’importante presenza di ‘addetti ai lavori’ dall’Asia e dall’Europa. Grazie alla scelta condivisa da MIA e dalla Direzione Generale del Ministero della Cultura, dunque, il Festival riceve dall’Italia l’investitura ad essere uno degli elementi chiave delle relazioni tra il nostro Paese e l’Estremo Oriente. Gli obiettivi futuri, per i prossimi tre anni, saranno: trasformare il FEFF nel luogo in cui il cinema europeo di genere e il cinema asiatico di genere s’incontrano, aumentare gli scambi culturali ed economici, aumentare il turismo d’affari inerente alla settimana del festival.

Veniamo all’edizione che parte tra breve: quest'anno la guest star sarà senz'altro Sammo Hung, affiancato dalla presenza più familiare ma non per questo meno importante di Johnnie To: ci racconti come è nata l'idea di coinvolgere uno dei personaggi più carismatici del cinema di Hong Kong da decenni a questa parte?
Dopo Jackie Chan, super ospite dell’anno scorso, era semplicemente impensabile non fare di tutto per avere anche suo ‘fratello’: un’autentica leggenda vivente, l’attore, regista e coreografo action che, nel corso dei decenni, ha saputo rivoluzionare indelebilmente il segno visivo delle arti marziali. Esserci riusciti è un grandissimo motivo d’orgoglio, per noi!

Abbiamo notato nei festival più importanti (Cannes, Venezia, Berlino), soprattutto in questi due ultimi anni, una drastica riduzione dei titoli asiatici presenti nelle varie sezioni, motivata da alcuni dalla spiegazione che quel tipo di cinematografia negli ultimi tempi sembra non regalare annate d'eccellenza. Voi che avete il polso della situazione, cosa ne pensate di questa presunta mancanza di opere valide?
Le stagioni cinematografiche non sono, e non possono essere, sempre eccezionali: vale per quelle asiatiche tanto quanto vale per quelle occidentali. Sul fronte del FEFF 18, comunque, non posso che dichiararmi pienamente soddisfatta: i ‘nostri’ 77 film valgono tutti un passaggio sul grande schermo!   

Il programma appare bello solido con una giusta miscela tra le tre grandi cinematografie più rappresentative (Corea, Giappone e Cina-Hong Kong) e realtà più piccole ma ugualmente interessanti: quale sono secondo te le due opere che ci sorprenderanno di più (non necessariamente le più belle…)?
La commedia calcistica Ola Bola, che arriva dalla Malesia, e il gioiellino tailandese Heart Attack, anche perché il protagonista indossa t-shirt dei Sonic Youth che sono la mia band preferita!  

Al termine di questo massacrante lavoro di selezione, personalmente, hai un piccolo rimpianto per un film che magari avresti voluto portare ad Udine e che non ti è stato possibile?
Non vi dirò quale. Posso dirvi, però, che praticamente all’ultimo minuto… è stato preso da un altro festival.

E finiamo guardando al presente e come sempre al futuro: LinkinMmovies.it è fortemente orientata verso il cinema asiatico, ma non esclusivamente, ha lettori che magari lo conoscono poco: cosa diresti loro per invogliarli a venire ad Udine per la rassegna? E, infine, come te lo immagini il FEFF dei prossimi anni, hai un sogno da voler realizzare o una visione da inseguire?
Di sogni ne abbiamo realizzati tanti, dal 1999 a oggi, e il FEFF stesso, del resto, è un sogno realizzato! Ai vostri lettori che ancora non sono venuti a Udine, rivolgo io una domanda: cosa aspettate? Prima di essere un Festival, il FEFF è una festa. Una grande festa popolare che ha portato qui in città autentiche leggende come Jackie Chan e Joe Hisaishi, super registi cult come Johnnie To e Takashi Miike, dive e divi, attori e attrici, giovani promesse e vecchi leoni. Insomma: mancate solo voi!




Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

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