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Festival di Rotterdam 2015: considerazioni finali

I vincitori del 44° International Film Festival di Rotterdam, decretati dalla giuria presenziata da Rolf de Heer, sono stati La obra del siglo di Carlos M. Quintela, Vanishing Point di Jakrawal Nilthamrong e Videophilia di Juan Daniel F. Molero. Una scelta soddisfacente e giusta se considerata nell'ottica di quanto ha proposto il festival quest'anno

La macchina denominata International Film Festival di Rotterdam ha percorso il suo tragitto anche per l'annata 2015. La 44° edizione è transitata nella vita dei partecipanti con il consueto carico di vitalità e di volontà di proporre cinema in maniera non troppo formale. Di questo aspetto ne sono portatori il buon spirito dei volontari, l'atmosfera frizzante percepita nell'aria, la scommessa lanciata da Rutger Wolfson, direttore del festival, e lo sguardo lungimirante e attento dei suoi selezionatori. Nelle dichiarazioni ufficiali al temine della rassegna, Wolfson ha affermato che i film selezionati quest'anno sono stati intriganti, ingegnosi e appassionanti. Si può aggiungere anche contemporanei, vitali, riflessivi e puntuali nel voler capire il mondo d'oggi.

Un cinema che ha raccontato il presente con un linguaggio non convenzionale. I lungometraggi inseriti nel concorso principale, l'Hivos Tiger Award, hanno infatti fornito un preciso ritratto degli anni dieci del Duemila. Da film quali Another Trip to the Moon, Videophilia, Vanishing Point, Parabellum, La ombra del siglo emerge il desiderio dell'uomo di cercare una maggiore interazione con gli altri, di voler affrontare le problematiche del presente attraverso il confronto e il dialogo. Anche la protagonista de La mujer de los perros, solitaria nel suburbano di Buenos Aires con i suoi cani, nelle ultime scene della pellicola cerca l'amore, la comprensione, l'aiuto di qualcuno nell'affrontare l'esistenza. Above and Below propone tre personaggi separati ed emarginati che parlano alla macchina da presa con la speranza di interrompere questa loro condizione di vita. Gli occhi del ragazzino protagonista di Norfolk, infine, raccontano con lo stile cinematografico adulto del regista esordiente Martin Radich quanto l'amore e la fiducia in una persona possano essere rivitalizzanti per il proprio essere.
Il desiderio, quindi, dell'uomo appare questo. La realtà, però, è che le storie narrano di uomini isolati nella loro riflessione, nella loro mente per pensare a come poter uscire da questa situazione. Il giovane protagonista de La obra del siglo, schiacciato dalla prepotenza del nonno e dalla non volontà di crescere del padre, si rifugia nel silenzio, nei suoi pensieri, come se si arrendesse al mondo. Allo stesso modo i personaggi di Parabellum, per combattere l'imminente pericolo di una guerra, appaiono tesi nel loro addestramento, e si convincono che quella intrapresa sia la strada più corretta per sopravvivere. Se quindi, i momenti di pensiero, la speranza di una contemporaneità migliore e la voglia di riallacciare rapporti umani da ridefinire sono le tematiche principali emerse dai film in selezione per l'Hivos Tiger Award, resta da capire la grammatica dei giovani registi. Per rendere il narrato il più oggettivo possibile, questi hanno usato tecniche di ripresa figlie della contemporaneità. L'esempio più lampante è Videophilia, strutturato come un video amatoriale di YouTube. Così facendo Molero riesce a ritrarre più vividamente una generazione di giovani allo sbando che intimamente ricerca sempre dei rapporti umani, ma in realtà non sa nemmeno da dove iniziare. Per questo il video, per questo Internet e per questo la scelta del fatato e compromettete mondo della pornografia, inteso come un regno in cui rifugiarsi per non affrontare la realtà.
Tornando ai film, dunque, alla tecnica più prettamente video, si unisce il documentario, che si mescola alla finzione del cinema, ma solo per permettere alla pellicola di avere una maggiore patina di fascinazione. In realtà, come nel caso di Above and Below, chi sta davanti alla macchina da presa si rivolge a questa per sfogarsi, per parlare, per raccontarsi. Il cubano Quintela, regista di La obra del siglo, mescola spezzoni di telegiornali e interviste agli operai addetti alla costruzione della centrale nucleare a Cuba, alla vita dei tre uomini protagonisti, per creare un ponte tra la Storia e il presente e per dare maggiore realismo alla finzione della storia. Maggiore ricerca di verità, maggiore richiamo alla contemporaneità emergono nei lungometraggi con il silenzio. Come se i registi rimanessero ad osservare l'evoluzione delle loro storie. Radich in Norfolk mantiene un distacco, così da permettere ai desideri del padre e del figlio di emergere. Allo stesso modo il thailandese Nilthamrong in Vanishing Point si attesta ai margini della storia, muovendo la macchina da presa lentamente e accuratamente, quasi per marcare così le azioni degli attori nel presente e proiettarli in ciò che loro stessi hanno costruito. 

Obiettivo centrato. La richiesta di una sperimentazione tecnica e di un linguaggio innovativo sul piano della narrazione, da sempre prerogative dei giovani registi inseriti nell'Hivos Tiger Award, è stata, pertanto, soddisfatta. I tre vincitori, Quintela, Molero e Nilthamrong hanno prodotto le loro opere in maniera viscerale, opere in cui la preponderante necessità di raccontare si è intersecata con una profonda riflessione sul realismo. Questi tre registi, inoltre, sono la dimostrazione di come i giovani di oggi siano molto ancorati al loro passato, tanto da porlo in stretta relazione con il presente e sperare che il futuro possa svilupparsi in modo migliore rispetto a ciò che vivono.

In altre parole l'IFFR 2015 ha dimostrato che il cinema per essere efficace e convincente, soprattutto nella sua visione lungimirante, ha solo bisogno dei mezzi per esprimersi, senza la necessità di troppi intellettualismi e virtuosismi. Ben vengano, quindi, eventi come il Festival di Rotterdam che permette alle nuove leve del cinema di analizzare e comprendere il mondo attraverso la potente visione del grande schermo. 

Di seguito la lista di tutti i vincitori.

Hivos Tiger Award
Carlos M. Quintela (Cuba) per The Project of the Century
Juan Daniel F. Molero (Perù) per Videophilia (and Other Viral Syndromes)
Jakrawal Nilthamrong (Thailandia) per Vanishing Point

Tiger Awards Competition for Shorts Film 2015
Things di Ben Rivers
La Fièvre di Safia Benhaim
Greetings to the ancestors di Ben Russell 

Fipresci Award
La giuria del Premio FIPRESCI composta da Roger Koza, (Argentina), Caroline Weidner (Germania), Anita Piotrowska (Polonia), Tara Giuda (Australia) e Jan Pieter Ekker (Olanda) ha assegnato il premio a Battles di Isabelle Tollenaere (Belgio, Olanda), 2015, inserito nella sezione Bright Future

Big Screen Award
Second Coming di Debbie Tucker (Gran Bretagna), 2014, inserito nella sezione Bright Future

KNF Award
Key House Mirror di Michael Noer (Danimarca), 2015, inserito nella sezione Spectrum

Netpac Award
Poet on a Business Trip di Ju Anqi (Cina), 2015, inserito nella sezione Spectrum

MovieZone IFFR Award
The Dark Horse di James Napier Robertson (Nuova Zelanda), 2015, inserito nella sezione Limelight

IFFR 2015 Audience Awards
The Dark Horse di James Napier Robertson (Nuova Zelanda) 2015, inserito nella sezione Limelight


Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

2 commenti

  • crisantemo
    crisantemo Mercoledì, 04 Febbraio 2015 10:03 Link al commento Rapporto

    Scusa cineangelo ma non mi sembra proprio che quei tre festival siano come dire diventati commerciali. Roy Anderson, ultimo Leone d'oro, ti sembra un regista da major? Non esageriamo please. Onore a Rotterdam sí, ma non sminuiamo il lavoro degli altre tre grandi eventi!

  • CineAngelo
    CineAngelo Martedì, 03 Febbraio 2015 19:39 Link al commento Rapporto

    Onore a rotterdam, che da anni si focalizza su un cinema di ricerca, restando fedele a se stesso, non come i festival di bferlino, venezia e cannes che ormai si sono venduti alle major trascurando i registi più marginali. peccato che questi film non li vedremo mai qui da noi...

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