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Festival di Roma 2014: Live blog week-end

La cronaca giornaliera della vita dei redattori di LinkinMovies.it al nono Festival Internazionale di Roma 2014: film, incontri e molto altro. Ecco una panoramica di quanto successo nel week-end

CAPITOLO METEO

Su Roma tra sabato e domenica si sono sfiorati i 30°. L'aria è stata spazzata via dall'umido e un caldo pungente ha pervaso le giornate. Per fortuna l'Auditorium offre un ottimo riparo, anche se sostenere questa temperatura dalle 8 del mattino alle 19 è stato intenso.

CAPITOLO CINEMA

Buoni a nulla di Gianni Di Gregorio inserito nella sezione Gala è la storia di due sconfitti della vita, Di Gregorio e Marco Marzocca, che cercano un qualche tipo di rivalsa sia nella vita che sul lavoro. Il film si articola di piccoli sketch che a tratti fanno ridere, ma spesso sono banali e prevedibili. Una discreta commedia di buoni sentimenti e scarsa originalità.

As the Gods Will di Takashi Miike al momento è la pellicola che risolleva i destini cinematografici del Festival di Roma 2014. Due ore di sangue, omicidi, atmosfere surreali, nonsense, effetti speciali, orsi polari giganti, gatti a cui prude la schiena, giovani a cui esplode la testa, decisioni da prendere in fretta e da cui dipendono la vita di alcune persone e soprattutto un Daruma omicida che fa strage in una scuola giapponese. In mezzo a tutto questo si stagliano due studenti, interpretati da Sota Fukushi e Hirona Yamazaki, che con logica e, forse, fede riescono a uscire vivi dai gironi infernali in cui sono finiti. Poi c'è Miike, insignito dal Festival del Maverick Director Award, con la sua regia e il suo cinema unico e originale. Noi siamo rimasti entusiasti da questo film e c'è chi di noi l'ha visto due volte, ma non faremo i nomi...

12 Citizens di Xu Ang, regista cinese alla sua opera prima, inserito nella sezione Cinema d'oggi, prende spunto dal classico La parola ai giurati di Sidney Lumet. Dodici cittadini, padri di dodici studenti di legge, devono eseguire un compito voluto dalla scuola, ossia decidere il verdetto di un caso di omicidio. Un film discreto che pone in evidenza le complessità sociali e umane della Cina di oggi, guardate attraverso l'occhio di un regista che ha molta strada ancora da percorrere. Soddisfacente.

Lucifer di Gust Van den Berghe, inserito in Cinema d'oggi, è invece un esperimento visivo abortito. Il film inquadra la tranquilla vita di un paesino nel Messico sconvolto e benedetto dall'arrivo di un personaggio misterioso che i cittadini chiamano l'angelo per i suoi poteri miracolosi. Troppa (inespressa) poesia, poca sostanza, zero narrazione e innovazione.

CAPITOLO DELIRIO

Sabato il red carpet del Festival di Roma, fino ad oggi tranquillo, è stato sconvolto dalla vitalità, dal colore e, anche, dall'originalità dei Daruma portati dalla produzione di As the Gods Will. Miike non solo ha portato un buon film, ma anche un po' di intrattenimento, un po' di sostanza al Festival, grazie anche alla generosità e alla disponibilità dei suoi giovani attori di concedersi a foto e autografi con il pubblico.

Domenica, invece, abbiamo assistito al delirio più totale. Certo, non stiamo parlando della totale mancanza di razionalità vista l'anno scorso sempre a Roma per l'arrivo della truppa di Hunger Games, ma qualcosa di simile. Già da sabato sera alcune ragazzine hanno dormito all'interno dell'area del Festival, per poi accorrere ancor più numerose già dalla mattina presto di domenica a prendere i posti migliori vicino al red carpet. Centinaia di ragazze hanno sostato con gioia ed enfasi sotto un sole quasi insopportabile per essere fine ottobre su un lembo di asfalto, organizzatissime con acqua, ombrelli, musica, cibo, piantine della zona. Tutto questo per attendere chi? Quale può essere stato l'attore o l'attrice o il regista in grado di catalizzare tanto entusiasmo? La risposta: Sam Claflin e Lily Collins, protagonisti di Love, Rosie (#Scrivimi ancora) di Christian Ditter. E' inutile che vi raccontiamo cosa è successo quando il giovane divo americano si è palesato sul tappeto rosso. Possiamo dirvi che mentre il mondo attorno a Roma si è fermato per Claflin e la Collins, noi siamo andati a pranzo in un meraviglioso e buonissimo ristorante cinese, specializzato nella cucina del Sichuan.

CAPITOLO 'TORNIAMO AL CINEMA'

Dopo la visione del As the Gods Will, abbiamo intervistato il regista Miike con i suoi attori, Sota Fukushi e Hirona Yamazaki. Il regista giapponese è apparso molto loquace, divertito, pronto alla battuta e all’ironia soprattutto con la produzione quando gli è stato chiesto il costo della pellicola. Miike ha affermato che il film è costato 2-3 milioni di euro, ma ci crediamo poco visto solo l'impegno economico di post-produzione. In ogni caso da questo incontro sono emersi buoni spunti e buona chiacchierata che potete leggere qui.

Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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