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Venezia 71: Live blog day 2

In diretta dal Lido di Venezia tutti gli aggiornamenti in tempo reale degli inviati di LinkinMovies.it sulla 71esima Mostra del Cinema: ecco il meglio della seconda giornata

23:50. Alla Mostra fa capolino la crisi economica con 99 Homes di Ramin Bahrani (un habituè del Lido). Un film fuori dalle logiche degli studios che come molti prodotti indie tocca un tema vicino alle persone (in questo caso si parla degli sfratti coatti ordinati dalle banche nei casi di insolvenza) con un linguaggio realistico. Non basta la presenza di Andrew Garfield (che ce la mette tutta per dimostrare di non essere un semplice attore da comic-movie), qui nei panni di un operaio che prima perde il lavoro e la casa e poi stringe un patto col diavolo per riprendersi tutto quello che gli hanno portato via. La storia scorre su binari prevedibili (compresa la redenzione finale del protagonista): Bahrani si rivela più abile a sfruttare la vicenda sul piano emotivo che ad approfondire le dinamiche di un racconto in cui il mercato immobiliare degli USA in combutta con le banche sembra in mano a società che praticano metodi mafiosi. Alla fine capiamo poco di perché e come accadano certe cose. Irrisoluto.

20:35. Siamo tra i pochi ad uscire dalla sala in cui è stato proiettato il primo film in competizione alla Settimana della critica, ovvero il cinese Binguan (The Coffin in the Mountain). Ecco il film che non ti aspetti da un regista - il suo nome è Xin Yukun, segnatevelo perché ne sentiremo parlare - alla prima esperienza nel lungometraggio. Lucida analisi sulla bramosia e l'avidità dell'uomo, costruita ad incastri con l'abilità di un maestro del giallo, è una storia avvincente di menzogne, vendette, tradimenti in un villaggio rurale della Cina. Si parte con il ritrovamento di un cadavere la cui identità resta avvolta nel mistero: ne nasce un susseguirsi di situazioni in cui i cadaveri aumentano e il fiato resta sospeso fino alla fine. Il risultato è una sorta di noir che sembra un congegno perfetto di attese e colpi di scena. La prova che il cinema cinese indipendente è ancora in grado di sfornare piccole prelibatezze.

16:10. Pausa caffè. Ci rechiamo al primo piano del Casino (cioè dove ci rinchiudiamo per scrivere) e chi troviamo all'entrata? Niente meno che Kirsten Dunst (per cui nutriamo un debole) e Dakota Fanning (straordinaria co-protagonista di Somewhere di Sofia Coppola), al Lido per il progetto Women's Tales sponsorizzato da Prada nell'ambito delle Giornate degli Autori. Certe cose possono succedere solo alla Mostra.

14:00. Delusi dal piatto di pasta che non valeva il suo prezzo, ci rinchiudiamo in sala stampa per mettere nero su bianco quello che abbiamo visto nelle ultime ore.

13:10. Oggi decidiamo di pranzare come si deve: basta con panini e pizze, urge qualcosa di più sostanzioso. Ci dirigiamo nella zona dedicata alla ristorazione, rigorosamente self-service, gestita dalla società di catering Tino (che poi è anche il nome dell'uomo che la gestisce, soprannominato lo Zaia-boy dei fornelli, nel senso che era il cuoco prediletto dall'attuale governatore della Regione Veneto). Un piatto di pasta al sugo + un'acqua naturale in bottiglietta = 9,50 euro! Ora, va bene che siamo al Lido, luogo esclusivo per eccellenza, ma se questi sono i prezzi... Il presidente della Biennale Paolo Baratta aveva affermato di essere riuscito a calmierare i prezzi delle strutture alberghiere. A quando una corposa riduzione dei prezzi per Tino?


12:10. Si parla di traffico di bambini alla conferenza stampa di Dearest di Peter Chan. Presenti, oltre al regista, una delle protagoniste, Zhao Wei, diva del cinema cinese, tornata sul grande schermo dopo un breve periodo in cui si è dedicata alla regia. Al suo fianco gli altri interpreti Hao Lei, Tong Dawei, Zhang Yi. Manca all'appello Huang Bo, volto popolare nell'ex Impero Celeste. "Racconto una storia universale ma allo stesso tempo molto presente nella realtà cinese degli ultimi dieci anni", spiega Chan. "L'esigenza di avere un erede maschio nelle famiglie e il benessere sempre più diffuso in ampie porzioni della popolazione non hanno fatto che accrescere il problema dei rapimenti di bambini. Spero che il mio film possa sensibilizzare le persone su quella che è diventata un'emergenza ". Il tema sembra molto sentito dai registi cinesi: il direttore Alberto Barbera ha infatti rivelato di aver ricevuto altri due film sullo stesso argomento e di aver alla fine preferito quello di Chan.

11:00. La Francia (ampiamente rappresentata alla 71esima Mostra del Cinema) fa il suo esordio in concorso con La rançon de la gloire. Storia vera di due immigrati (uno belga, l'altro algerino) che per necessità impellenti (la moglie di uno di loro deve sottoporsi a cure mediche costose) escogitano un piano nella Svizzera degli anni Settanta: trafugare la salma di Charlie Chaplin per poi chiedere un riscatto alla famiglia del grande cineasta. Non tutto fila liscio per i due protagonisti in quella che dovrebbe essere – secondo le parole del regista  Xavier Beauvois – una "commedia all'italiana". In effetti il dramma sociale di due uomini ai margini della società raccontato attraverso il registro umoristico potrebbe richiamare alla memoria la commedia all'italiana. Il problema è che le risate sono poche e la componente drammatica sottotraccia non tocca più di tanto corde profonde. Si resta indifferenti di fronte alla vicende dei due trafugatori. Non bene dunque il primo dei quattro titoli francesi in concorso. Avanti il prossimo.

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