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I maestri della luce. Conversazioni con i più grandi direttori della fotografia

Da Nestor Almendros a Vilmos Zsigmond, passando per Michael Chapman e Vittorio Storaro. Quindici tra i più grandi direttori della fotografia della storia del cinema si raccontano in I maestri della luce (minimum fax). Lo stile usato nei diversi film, i lavori più difficili, i rapporti con i registi con i quali hanno collaborato

Che cosa sarebbero stati Il conformista senza i colori di Vittorio Storaro, Il padrino senza i chiaroscuri di Gordon Willis o Toro scatenato senza il bianco e nero di Michael Chapman? Eppure quando si pensa a chi c’è dietro questi capolavori si citano soltanto Bertolucci, Coppola e Scorsese, secondo l’idea diffusa che il regista è l’artefice unico di un film. Non è così. Dietro c’è un lavoro di squadra che coinvolge diverse professionalità ed elemento fondamentale, dal punto di vista tecnico e artistico, è sicuramente il direttore della fotografia. A questa figura chiave del mondo del cinema è dedicato I maestri della luce. Conversazioni con i più grandi direttori della fotografia. Una serie di interviste raccolte dai critici Dennis Schaefer e Larry Salvato per un volume pubblicato a metà degli anni Ottanta che adesso arriva in Italia grazie a minimum fax. Quindici i maestri dell’immagine coinvolti per raccontare il proprio mestiere, lo stile usato nei diversi film, i lavori più difficili, i rapporti con i grandi registi con i quali hanno collaborato: Nestor Almendros, John Alonzo, John Bailey, Bill Butler, Michael Chapman, Bill Fraker, Conrad Hall, Laszlo Kovacs, Owen Roizman, Vittorio Storaro, Mario Tosi, Haskell Wexler, Billy Williams, Gordon Willis, Vilmos Zsigmond. Le lunghe conversazioni con i curatori permettono di ricostruire una delle fasi più creative nella storia della settima arte, quella che grosso modo va dalla metà degli anni Sessanta sino all’uscita del libro nel 1984. Quel ventennio che per il cinema americano significa Nuova Hollywood, il movimento di grande rinnovamento autoriale e produttivo guidato da registi come Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Brian De Palma, Robert Altman, Alan J. Pakula, William Friedkin per citarne solo alcuni.

Gran parte dei loro indimenticabili film sono legati al lavoro dei direttori della fotografia intervistati per la realizzazione di questo prezioso volume, co-autori capaci di tradurre in immagini nel miglior modo possibile le visioni di questi celebri registi. Maestri della luce e della composizione delle inquadrature, geniali nel trovare soluzioni ai problemi sul set. Molto interessanti a riguardo i racconti di alcuni protagonisti del volume, come quelli di Bill Butler sul suo contributo nel trovare l’illuminazione giusta per il piano del palazzo scelto da Coppola per la La conversazione o per arginare le difficoltà di girare sull’acqua molte scene per Lo squalo di Steven Spielberg. Tanti gli aneddoti che emergono dalla lettura, tra questi l’approccio diverso per illuminare attori di colore e quelli con la pelle chiara di cui parlano alcuni direttori della fotografia. Come John Bailey che riguardo ad American Gigolò ricorda di aver usato per ritrarre Bill Duke due volte e mezzo la quantità d’illuminazione rispetto a quella per Richard Gere in una particolare scena del film diretto da Paul Schrader.
Tra le cose più interessanti ci sono poi le parole sui grandi registi ai quali i maestri della luce protagonisti del volume hanno legato momenti importanti della loro carriera. Per esempio quelle di Bill Fraker su Roman Polanski quando si sofferma su Rosemary’s Baby (“è un genio del cinema, ha un controllo totale dello spazio”) e di Nestor Almendros sull’esperienza riguardante I giorni del cielo di Terrence Malick, (“lavorare con lui è il più grande dono che un direttore della fotografia possa ricevere”), o sul modo di fare cinema di François Truffaut, lui che è stato l’occhio del regista francese per diversi film tra i quali Adele H. - Una storia d’amore. Perché tra tanti film della Nuova Hollywood c’è spazio anche per qualche titolo della Nouvelle Vague e del cinema d’autore italiano, con Vittorio Storaro che ricorda i lavori con Bertolucci per spiegare cosa sia per lui la fotografia: “Scrivere con la luce”.

Un volume interessante per conoscere meglio la figura del direttore della fotografia, un viaggio nella storia del cinema che porta il lettore dietro le quinte di molti capolavori. Peccato soltanto la mancanza totale di immagini (foto di backstage o di alcune scene descritte a parole) che avrebbero potuto rappresentare un prezioso arricchimento.

I maestri della luce. Conversazioni con i più grandi direttori della fotografia
a cura di Dennis Schaefer e Larry Salvato
traduzione di Silvia Barsotti, Grazia Brundu, Rita De Maria, Valentina Pandolfi e Stefano Ternavasio
minimux fax, 595 pagine, 22 euro

Fabio Canessa

Viaggio continuamente nel tempo e nello spazio per placare un'irresistibile sete di film.  Con la voglia di raccontare qualche tappa di questo dolce naufragar nel mare della settima arte.

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