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Colpi di fortuna - Recensione

Il cinepanettone compie trent’anni e Neri Parenti festeggia con una commedia che riprende la formula a episodi, tentando di evitare le volgarità. Un film che però rischia di annoiare anche il pubblico di affezionati al genere

Neppure quest’anno gli italiani sfuggiranno all’ennesima commedia targata Neri Parenti, che ormai è diventata un must del periodo natalizio, a base di situazioni equivoche e paradossali. Colpi di fortuna, come il precedente Colpi di fulmine, viene strutturato in episodi (in questo caso tre) e magari ci si aspetterebbe che fossero quanto meno diversi tra loro. In parte è vero: si tratta di tre storie differenti, ognuna si svolge grazie a una coppia di attori, ma l’impianto è pressoché il medesimo.
La prima parte è affidata a Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, che vestono i panni degli impiegati di una compagnia di crociere al porto di Napoli. Il personaggio di Paolo è innamorato pazzo di una barista, che però si vede con il suo migliore amico e lui, per affogare i dispiaceri, trascorre una notte brava a base di alcool e situazioni al limite, di cui il giorno dopo non si ricorda più. Il riferimento a Una notte da leoni è a dir poco imbarazzante.
Nel secondo episodio sembra che le nefaste sorti (a dispetto del titolo) di questo film vadano a risollevarsi, con l’inedita coppia Christian De Sica-Francesco Mandelli che, pur restando sul terreno facile della risata grossolana, regalano fugaci momenti di ilarità. Quantomeno De Sica, ormai veterano del genere cinepanettone, rimane fedele al suo personaggio: un uomo all’apparenza di classe, ma che non tarda a mostrare il suo vero aspetto da cafone arricchito, imprecando continuamente, con un linguaggio greve e stereotipato.
L’ultima  avventura vede come protagonisti Lillo e Greg: il primo, un ex ballerino di prima fila di Raffaella Carrà, che adesso insegna danza in un ospizio di lusso; il secondo è suo fratello, di cui ignorava l’esistenza e che sembra arrivato appunto per un colpo di fortuna, insieme all’eredità del padre. La situazione comica dovrebbe basarsi sulle stranezze di questo zio Walter, un uomo pieno di manie e assurde fissazioni.

Possiamo tranquillamente dire che quest’ultimo sia il peggiore degli episodi, ma forse paga semplicemente lo scotto di essere stato messo in coda a una noiosa serie di terribili gag senza capo né coda.

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