La cinematografia è piena di trasposizioni del celebre libro di Collodi, e soprattutto se si parla di animazione, bisogna confrontarsi con il Pinocchio della Disney, quello forse più conosciuto anche a livello internazionale. Questo non ha certo spaventato il regista Enzo d'Alò, lo stesso de La gabbianella e il gatto, che quattro anni or sono ha intrapreso questo affascinante progetto.
Frutto di un enorme lavoro di preparazione, il Pinocchio di D'Alò è un'opera corale, che ha visto partecipare come ideatore delle musiche, peraltro splendide e molto particolari, il grande Lucio Dalla, oltre che un pool di doppiatori davvero gremito.
La novità di questo Pinocchio è la sua verosimiglianza alla vera storia: cambia ad esempio la visione di alcuni personaggi che sono entrati nella cultura comune ma che nel libro di Collodi hanno una connotazione ben diversa, vedi il famoso Grillo Parlante. Altro esempio di questa nuova ma al contempo filologica visione di Pinocchio, è il suo essere 'toscano', per qualche personaggio anche nell'accento oltre che per l'ambientazione, come il Lucignolo un po' 'bischero' a cui dà voce Paolo Ruffini.
La matita che ha dato vita ai personaggi principali è quella di Lorenzo Mattotti, ed è visibile una certa ricercatezza nel trasmettere a chi guarda delle immagini dal sapore antico, senza tempo, che, malgrado la ormai quasi obbligatoria digitalizzazione, non perdono il loro fascino.

In quanto film d'animazione, Pinocchio è diretto al pubblico dei più giovani, ma sarebbe utile anche a chi, non avendo letto il libro, cosa peraltro vivamente consigliata, volesse avere una visione più vera e piena dei reali significati della favola più conosciuta di sempre.

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