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La parte degli angeli

Il protagonista del film La parte degli angeliUna storia emozionante, semplice nella sua crudezza e raccontata dal punto di vista dei più deboli, ossia con un occhio di riguardo alle persone che la società mette al bando per errori più o meno gravi ma che spesso meritano una seconda occasione

Scozia, giorni nostri. Robbie è un giovane che deve svolgere lavori socialmente utili per scontare una pena. Assieme a lui, ognuno per un motivo differente, altri ragazzi che desidererebbero semplicemente un lavoro, ma che lo vedono quasi come un’utopia. Robbie, Albert, Mo e Rhino sono seguiti al lavoro da Harry, un omone all’apparenza burbero ma in realtà con un gran cuore, che si affeziona a tutti e spende anche il suo tempo libero pur di regalare loro qualche momento di spensieratezza.
Ancora una volta il connubio tra Ken Loach-regista e Paul Laverty-sceneggiatore non può che far breccia nelle coscienze, ma anche negli animi degli spettatori. Un ragazzo condannato per aver aggredito sotto effetto di cocaina un suo coetaneo può non essere necessariamente un mostro, ma semplicemente egli stesso una vittima: e la storia è così toccante proprio perché questo dissidio tra il protagonista appena diventato padre e l’altro suo aspetto, quello del teppistello senza scrupoli, viene raccontato con una tale capacità di introspezione da portare alla fine lo spettatore a parteggiare per lui. Anche quando, assieme ai suoi compagni di sventura, decide di tentare il colpo della vita, il furto perfetto che permetterà a tutti di pensare a un domani più sereno. Robbie ha avuto una vita difficile sin dall’infanzia, ma è scaltro e ha un motivo importante per emanciparsi da una condizione miserabile: costruirsi una famiglia assieme alla giovane compagna Leonie e al loro piccolo Luke.
Girato completamente in Scozia, La parte degli angeli (vincitore del Premio della Giuria allo scorso Festival di Cannes) sembra quasi voler celebrare questa terra, dai paesaggi e dalla cultura meravigliosi, ma che spesso non ha molto da offrire ai suoi giovani figli. Il whisky sarà l’elemento che diventerà una sorta di chiave di volta della storia stessa che viene loro presentato proprio da Harry.
Dunque il preoccupante e sempre crescente livello di disoccupazione non è un problema che riguarda solo l’Italia, ma è molto forte anche in Inghilterra. Loach, da sempre impegnato in pellicole che affrontano importanti tematiche sociali, non poteva esimersi, ma questa volta, a differenza della maggior parte dei suoi film dal tono decisamente più drammatico, si avverte un insolito sapore dolce.

Non si può che restarne colpiti e uscire dalla sala con la piacevole sensazione che un film non è soltanto il risultato di ciò che il mercato richiede, ma scaturisce anche dalla forte esigenza di raccontare una storia e farla arrivare dritta al cuore delle persone.

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