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Paris-Manhattan

La protagonista Alice con il poster di Woody AllenUn buon film può curare ogni problema (anche fisico)? La risposta nell'esordio alla regia di Sophie Lellouche, un concentrato di commedia sentimentale a cui non manca nulla e che non sbaglia un colpo

E' il sogno di chiunque. O almeno, è il sogno del cinefilo medio: poter curare ogni problema (anche fisico) con un buon film. Andare in farmacia e, insieme all'aspirina, ritrovarsi tra le mani un DVD adatto alla terapia.
Alice (Alice Taglioni), giovane farmacista francese, usa questo escamotage nella farmacia di famiglia. Perché Alice, protagonista di Paris-Manhattan (opera prima della regista Sophie Lellouche), è una sognatrice pragmatica, salda e non ribelle. Lei ha la sua farmacia, e non aspira a fare altro. La passione che la 'invade' riguarda sì il cinema, ma in particolare colui che le diventa un vero e proprio feticcio: Woody Allen.
Ed è così che Alice si ritrova non più ventenne a parlare con il poster di Allen appeso sopra il suo letto. E non sono delle piccole confessioni, ma veri e propri dialoghi con colui che reputa l'unico in grado di comprenderla veramente, perché l'unico capace di farla davvero ridere. E tra flirt e storie sfortunate che rischiano di lasciarla nella condizione di single per sempre, compare Viktor (Patrick Bruel). Che non è bello, non è perfetto, non ama la stessa musica di Alice, non ha mai visto un film di Woody Allen, eppure...
Paris-Manhattan è un concentrato (la pellicola dura 77 minuti) di commedia sentimentale a cui non manca nulla e che non sbaglia un colpo. I protagonisti, ironici e carismatici, regalano perle di comicità e saggezza come solo i francesi sanno fare. L'attrattivo di Woody Allen rimane una cornice perfetta che non decade mai nel mero 'tributo', ma che è funzionale nell'inanellarsi di una storia tenera e godibile sotto ogni punto di vista.

Buona la prima quindi per la regista Sophie Lellouche (che non è parente del grande Claude Lelouch, ma che conosce bene essendo suo padre putativo nell'ingresso alla carriera registica), che ci regala non solo un esempio di quieto e buon cinema, ma un vero e proprio colpaccio per una novellina.
 
 
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