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Gladiatori di Roma

Una immagine di Gladiatori di Roma Iginio Straffi prova a ripetere il successo ottenuto con le Winx ispirandosi alla storia di Roma. Questa volta niente magie e sortilegi: preparatevi a gustare un kolossal d’animazione made in Italy, per grandi e piccoli

C’era una volta, ai tempi della Roma imperiale, un bimbo di nome Timo, il quale rimasto orfano in seguito all’eruzione di Pompei venne adottato dal generale Chirone e allevato nella più famosa accademia di gladiatori.
Il creatore delle Winx, Iginio Straffi, dopo aver conquistato tutto il mondo con le dolci fatine, prova a bissare il successo ottenuto ispirandosi alla storia e a personaggi di casa nostra. Dimenticatevi, dunque, magie e sortilegi (eccezion fatta per le pozioni della maga Circe) e gustatevi un kolossal d’animazione in cui si raccontano pregi (e soprattutto difetti) di un gladiatore in erba, che si allena duramente per essere in grado di battersi con avversari forti e valorosi.
L’ambizione di Straffi era già nota agli esordi della sceneggiatura: il regista si è avvalso di un’importante collaborazione, quella con Michael J. Wilson, autore di film apprezzati come L’era glaciale e Shark Tale. E ammette che è stato proprio Wilson ad aprire le porte della Paramount, che distribuirà il film negli Stati Uniti in oltre 3000 sale; quasi un primato per un film italiano, se si considera che questi numeri sono legati a nomi di poche importanti pellicole, forse l’ultima ad avere una distribuzione così vasta è stata La vita è bella.
Straffi ci tiene a coinvolgere soprattutto gli adulti non rivolgendosi solamente al pubblico più giovane: gli aspiranti gladiatori dell’antica Roma cantano canzoni di Jovanotti, vengono sottoposti a test antidoping (utilizzando gli strumenti dell’epoca, è chiaro!), l’inaugurazione del Colosseo ha tutto il sapore di un evento mondano di gran classe.
Da un punto di vista 'tecnico', non c’è da eccepire: in circa 5 anni di lavorazione per ricreare l’antica Roma sono stati prodotti circa 12 mila schizzi, che hanno dato vita 150 scenografie e ai 350 personaggi, comprese le diverse varianti di vestiti, pettinature e comparse. Ultima (positiva) nota riguarda il doppiaggio: il protagonista Timo, infatti, ha la voce del bravo Luca Argentero, mentre i due personaggi femminili si fregiano delle interpretazioni della show-girl Belen Rodriguez (Diana) e dell’attrice Laura Chiatti (Lucilla). Un lavoro ancor più da apprezzare, considerando che il labiale è realizzato per la lingua inglese e quindi l’italiano ha dovuto adattarvisi.

Insomma, al di là della storia per bambini in cui l’eroe attraversa mille peripezie per amore della sua bella, gli elementi per farsi seguire e anche per sorridere di gusto non mancano. Le carte in regola per il successo ci sono tutte: sia in Italia, che Oltreoceano.
 
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