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Silvio Forever

La locandina di Silvio ForeverDagli autori del libro inchiesta La Casta, Rizzo e Stella, arriva nelle sale "l'autobiografia non autorizzata" di Silvio Berlusconi. Dall'infanzia fino ai nostri giorni, il ritratto del Presidente del Consiglio più discusso della Seconda Repubblica. Roberto Faenza e Filippo Macelloni firmano la regia
Silvio Forever è il docufilm sulla vita e sulle opere di Silvio Berlusconi, attraverso un racconto costruito con estratti di interviste e la voce off di Neri Marcorè, che racconta in prima persona (imitando vocalmente il Presidente del Consiglio) le sue avventure. Un ritratto personale che parte da quando Berlusconi era bambino e mungeva le mucche per tirare su qualche soldo, passando per il suo ruolo di chansonnier nelle navi da crociera, fino alla scalata imprenditoriale negli anni Ottanta, quando costruì Milano 2 e le reti Fininvest, e negli anni Novanta la sua famosa "discesa in campo", che segnò l'avvento del berlusconismo e il cambio radicale della scena politica italiana. Ma non mancano nemmeno le cronache degli ultimi giorni, gli scandali sessuali e gli affari privati del Premier, raccontati attraverso le interviste dirette e i comizi di Berlusconi.

Il documentario di Faenza e Macelloni, nasce da una sceneggiatura di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, autori del celebre La casta, libro inchiesta sul malaffare politico degli ultimi 20 anni. Questo film è il seguito ideale di Forza Italia, il documentario che Faenza diresse nel 1978 per dar voce all'impietoso scenario della classe dirigente italiana. Sedici anni dopo, Silvio Berlusconi avrebbe usato lo stesso motto per creare un movimento politico che aprì una nuova fase della politica in Italia e l'avvento della Seconda Repubblica. Al di là delle contestualizzazioni politiche e del pensiero personale, che in questa sede non verranno trattate, Silvio Forever è un insieme di filmati di repertorio che hanno come unico soggetto Berlusconi: le sue barzelette, le sue verità, le sue gaffe e le sue frasi celebri, scegliendo di presentare un uomo pubblico attraverso la sua stessa voce. Questo è un espediente narrativo nuovo per un documentario. Infatti non viene presentato nessun punto di vista degli autori e le parole del Premier vengono assemblate senza mai modificarle; unico elemento falsato la voce off di Marcorè (sinceramente una scelta infelice, affettata e caricaturale) che domina tutta la prima parte del film, dove si racconta di un Berlusconi bambino, già allora dotato negli affari e nel guadagnare soldi per la famiglia. Gli autori hanno detto di voler fare un'autobiografia neutra di Berlusconi, difatti il film evita di farne un ritratto pro o contro, ma questa assenza di punti di vista e soggettività, Un'immagine del filmquesta accozzaglia di spezzoni di repertorio, soffocano il film in un vuoto concettuale abbastanza spiazzante che si manifesta con la noia protratta per tutti gli 80 minuti di proiezione. Per spiegarci meglio, il film non è né più né meno che un'unione di tanti spezzoni di servizi del telegiornale in cui un uomo politico – Berlusconi – racconta le sue prodezze: in politica, negli affari, con le donne, con il suo solito humour pedante che abbiamo già sentito molte volte in televisione. Insomma a che serve tutto questo? Non ci sono già i telegiornali ad amplificare la voce di un Presidente pieno di luci e ombre, dotato di un'ironia ridanciana e volgare? Domande la cui risposta è facilmente identificabile. Stiamo ancora cercando di scovare il valore artistico dell'intera operazione, perché infatti questo Silvio Forever non è né un documentario politico, né un'opera che pone domande e si interroga sul sistema, ma nemmeno un film sovversivo contro il potere o pro Berlusconi. Sembra piuttosto un "Blob" qualunquista, dove l'analisi politica e sociale dell'Italia berlusconiana è nulla, affossata sotto parole e immagini prive di significato intrinseco e artistico.

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