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Il regno di Ga'Hoole – La leggenda dei guardiani

La locandina italiana de Il regno di Ga'Hoole - La leggenda dei GuardianiIl Bene contro il Male in un fantasy ricco di azione che vede protagonisti due piccoli gufi al centro di un’incredibile avventura. Per la prima volta Zack Snyder, il regista di 300, si cimenta con un film d’animazione, ispirato ad una saga letteraria per adolescenti ad opera di Kathryn Lasky
I fratelli Soren e Kludd sono due gufetti cresciuti con le storie delle imprese eroiche dei Guardiani di Ga’Hoole, guerrieri alati che difendono la pace e proteggono i più deboli. Tra di loro si è instaurata una sorta di rivalità familiare: in particolare Kludd, dotato di un temperamento irrequieto, vorrebbe conquistarsi i favori del padre a discapito di Soren, caratterialmente più prudente e riflessivo. Una notte accade l’impensabile: mentre ingaggiano una sfida per stabilire chi sia il più bravo a volare, vengono rapiti da una coppia di predatori che li conduce nel covo dei Puri, una banda di barbagianni malvagi che mirano a dominare il mondo dei gufi grazie ad un’arma potentissima. Rinchiusi insieme ad altri coetanei in una roccaforte lugubre, Soren e Kludd devono resistere alle lusinghe di Kyra, la moglie del leader dei Puri che, con fare adulatorio, cerca di indottrinarli per trasformarli in spietati combattenti al suo servizio. Le strade dei fratelli si dividono: Kludd, credendo di aver trovato qualcuno disposto finalmente a credere in lui e nelle sue qualità, accetta senza remore di schierarsi al fianco dei Puri, ma Soren, consapevole delle brutte azioni che sarebbe stato costretto a compiere da Kyra, si ribella e, tra mille difficoltà, riesce a fuggire in modo rocambolesco dalla tana. Per il bene di Kludd e di quello del regno dei gufi, Soren parte alla ricerca dei leggendari Gurdiani di Ga’Hoole, gli unici in grado di liberare il fratello dalle grinfie dei Puri e di fermare i loro piani diabolici.

Una scena del filmPer il suo esordio nel cinema d’animazione con Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei Guardiani (tratto dai primi tre romanzi di una saga letteraria per adolescenti composta da quindici volumi scritti da Kathryn Lasky), Zack Snyder trae linfa vitale dal fantasy per famiglie. Essendo inscritto ad un genere dall’evidente valenza mitica e fabulistica, il film ripropone quindi determinati cliché che gli spettatori si aspettano a prescindere dalla trama, tutta incentrata su una delle ossessioni del regista: i conflitti manichei che oppongono i cattivi da una parte ed i buoni dall’altra. Ecco dunque la battaglia tra il Bene e il Male (che sembra partire avvantaggiato), i combattimenti all’ultimo sangue, la figura dell’allievo a confronto col maestro (vedi il rapporto che si instaura tra Soren ed i Guardiani di Ga’Hoole al momento della resa dei conti con i Puri), lo scontro finale che viene deciso dalla forza d’animo di un 'outsider'.
Nonostante l’apparato (iper)tecnologico che traspare dall’uso del 3D (il film è stato girato in formato stereoscopico ), gli elementi che portano il Bene ad aver ragione del Male sono riposti nel coraggio del protagonista Soren, nella capacità dei Guardiani di Ga’Hoole di massimizzare gli scarsi mezzi a disposizione ed in un’energia primigenia dei buoni in cui confluiscono abilità straordinarie, spirito cavalleresco e saggezza. Il tutto, mescolato con molto mestiere e con qualche furbizia spettacolare di troppo, è un prodotto d’intrattenimento calcolato al millimetro, avvincente ed efficace, ma è anche un gigantesco videogame spoglio di umanità, senza un’anima.
Fotografato in penombra e contrappuntato da tanta azione, il film è sostanzialmente un viaggio, per grandi e piccoli, in ciò che di positivo e di negativo è capace l’animo umano: Snyder lo conduce con troppa disinvoltura, prediligendo la tecnologia piuttosto che i contenuti.

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