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Passion (Venezia 69 - In concorso)

Una immagine tratta da PassionDue donne, più una terza, un uomo, un omicidio, un'indagine di polizia. Su questo si articola il nuovo film di Brian De Palma che confonde e affascina, sospeso tra sogno e realtà

Nella stessa agenzia pubblicitaria lavorano Christine e Isabelle, con gradi e ruoli diversi. Ciò che le accomuna, però, è l'arrivismo, la competizione, la voglia di successo e di primeggiare al punto di arrivare a rubarsi a vicenda idee, posizioni e amanti. Una sera Isabelle va a vedere il balletto, mentre Christine viene brutalmente uccisa nella sua casa. Chi è il colpevole? Il movente qual è? Le indagini iniziano, le ipotesi si susseguono e la verità viene a galla, forse. E se fosse tutto un sogno?
La suspense è altissima. La tensione si avverte con forza. Il gioco torbido e sensuale delle due attrici, Noomi Rapace e Rachel McAdams, incanta lo spettatore e lo conduce all'interno di un mondo sospeso tra sogno e realtà. Passion, ultimo lavoro di Brian De Palma, è innanzitutto questo. E' anche un thriller che scava nella psicologia dei personaggi, per dimostrare quanto la mente umana può essere macchinosa e torbida.
Lo spettatore quindi si trova immerso in questo mondo, grazie a una perfetta aderenza tra storia, immagini e musica. La colonna sonora composta da Pino Donaggio è inquietante e sontuosa. Funge da guida per la comprensione dei vari momenti e per introdurre attraverso un crescere continuo l'omicidio, momento della svolta narrativa. L'impianto sonoro cambia in simbiosi con quello visivo. In questo caso l'elemento di accordo è la scelta di De Palma di utilizzare lo split-screen che propone due immagini contemporaneamente. Da un parte si osserva il balletto visto da Isabelle, nello specifico Il pomeriggio di un fauno di Debussy che riprende il tema del bacio come gesto di violazione nella relazione tra le due protagoniste, e dall'altra la scena dell'omicidio. L'utilizzo di questa doppia immagine permette al regista di cambiare le sue scelte visive in quanto cambia la tensione narrativa. I movimenti di macchina della prima parte impostati su linea retta utili a creare e consolidare la complicità tra le due protagoniste, lasciano lo spazio nella seconda parte alla macchina che si piega, ruota intorno agli assi per conferire maggiore instabilità emotiva. Doppia scelta di inquadratura, quindi, per due momenti narrativi distinti che si arricchiscono nella seconda parte di un'altra doppiezza, l'intersezione dei piani di sogno e realtà. Queste due dimensioni sono incastrate in modo tale da non capire quando è tutto frutto della mente di Isabelle e quando l'azione corrisponde alla realtà. In questo la Rapace è molto brava a confondere lo spettatore attraverso un'interpretazione imperniata sulla convivenza nello sguardo di smarrimento e verità, perfidia e incoscienza che destabilizza maggiormente la distinzione tra sogno e realtà.

Insomma Passion è un thriller doppio che riporta il cinema a livelli artistici elevati. Per questo la pellicola, a buon diritto, è stata inserita nel Concorso ufficiale della 69° Mostra del Cinema di Venezia.

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