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Il silenzio delle innocenti

"Tutto parla di te chiude un ciclo, fa un po' i conti con il tema dell'ambivalenza della maternità che era già stata raccontata in Un'ora sola ti vorrei": Alina Marazzi ci racconta, insieme all'attrice Elena Radonicich, il suo nuovo film

Già presentato al Festival Internazionale del Film di Roma 2012, uscirà l'11 aprile Tutto parla di te, nuovo lungometraggio della regista Alina Marazzi (premio miglior regista emergente alla rassegna capitolina) su un tema che per molti è ancora tabù: il baby-blues. Quella forma affatto rara e dolorosa che è la depressione post-partum, e il divario che una madre non riesce a colmare con il nuovo nato.
Presenti alla conferenza stampa la regista e la protagonista Elena Radonicich, che ci hanno raccontato qualcosa del film e del progetto parallelo a cui la Marazzi ha dato il via in rete: www.tuttoparladivoi.com.

Alina Marazzi, c'è un legame profondo fra il tuo esordio con il film Un'ora sola ti vorrei e quest'ultimo lavoro?
Alina Marazzi:
Sì, il legame profondo c'è, perché Tutto parla di te chiude un ciclo, fa un po' i conti con il tema dell'ambivalenza della maternità che era già stata raccontata in Un'ora sola ti vorrei. Entrambi i film sono strettamente legati e posso dire che quest'ultimo riprende laddove l'altro aveva lasciato. Tra l'altro il fatto che ci sia questo personaggio di Charlotte Rampling, che è una donna di un'altra generazione, è proprio perché volevo fare un collegamento tra il presente e il passato sul tema. Vorrei parlarvi però anche di un altro progetto: Tutto parla di voi. E' un progetto in Rete, un web documentario. Si parla di maternità partendo dal film come spunto: abbiamo lanciato la proposta chiedendo agli utenti di partecipare a queste storie. Abbiamo messo nel sito dei contributi sotto varie forme, che sono anche in parte il materiale che ho raccolto per il film.

Ci sono voluti quattro o cinque anni per mettere a fuoco questo film: questo tempo è dipeso anche da una difficoltà di produrlo? Forse il tema così inusuale ha rallentato i tempi?
A.M.
: Questo tipo di film, che ha un linguaggio diverso, è complesso sia da mettere a fuoco sia da mettere in piedi come produzione. Diciamo che questo tempo è servito a capire come raccontare il tema che mi stava a cuore. Sono partita da un metodo documentaristico, per poi arrivare anche a fare il film di finzione. C'è stato, nella fase di sviluppo e di scrittura, un tentativo di mettere su carta queste idee e mescolare una trama di finzione con degli apporti come il linguaggio di animazione e la fotografia d'autore.

Elena Radonicich, hai fatto moltissimo teatro e televisione, al cinema invece è la terza esperienza: a che punto sei entrata in questo progetto?

Elena Radonicich:
Aspettavo di fare un film così importante, e fortunatamente è successo. Sono entrata in questo film in modo classico, facendo provini su provini e conoscendo Alina, entrando in contatto con questa realtà della maternità che mi era sconosciuta. Non avevo mai ragionato sulle conseguenze che poteva avere nella vita di una donna. E' stato un ingresso lento e morbido, anche perché l'arco di tempo di realizzazione del film è stato piuttosto lungo. Prima di affrontare questo film, le mie idee erano molto favolistiche sulla maternità. Fare Tutto parla di te mi ha messo in relazione all'idea che la maternità è uno di quegli eventi nella vita di una persona che, in qualche modo, ci riduce ad uno stato di umanità molto profondo. Come il dolore e la morte, anche la nascita di un figlio rappresenta qualcosa di assoluto con cui fare i conti. Il mio personaggio si riduce ad uno stato di dolore che in qualche modo è indescrivibile. Nelle scene in cui sono con il bambino tremavo veramente: è una creatura che ti mette di fronte a qualcosa di profondissimo di te stesso.

A.M.: Elena come attrice ha utilizzato la paura e anche l'estraneità di questa dimensione del materno in maniera molto costruttiva nel film, perché interpreta una mamma che si sente molto distante dal figlio.

Che risultati ha avuto il film altrove?
A.M.
: Il film uscirà in Svizzera la settimana prossima. Non abbiamo ancora un distributore internazionale. Uscirà in Italia in una trentina di copie.

Con Charlotte Rampling come è andata?
A.M.:
Con la Rampling terrore puro al primo appuntamento, ma anche trepidazione. E' nota ai più per questo sguardo molto freddo, e per il personaggio di Pauline ha tirato fuori un misto di forza e fragilità nel suo volto vero di donna ormai grande e matura. E' una persona estremamente generosa nella relazione sia con me che con Elena, e dal momento in cui ha sposato il progetto c'è stata al cento per cento senza porre alcuna condizione. E' anche una persona molto divertente. E' stato un bellissimo incontro umano e personale, ho imparato tanto. Tra l'altro si è preparata a recitare in italiano cantando Franco Battiato, che lei adora.

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