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Ken Loach dalla parte degli angeli

Ken LoachKen Loach, reduce dalle dure polemiche per il rifiuto a ritirare il premio alla carriera allo scorso Torino Film Festival, presenta a Roma il suo ultimo lavoro, La parte degli angeli, in uscita il 13 dicembre. Dopo la proiezione, abbiamo avuto l’occasione di fargli alcune domande

Non è facile capire quando finisce l'applauso che segna l'emozione di tutti gli spettatori mentre scorrono i titoli di coda e inizia invece quello per l'ingresso in sala del regista. All'anteprima del film La parte degli angeli, di Ken Loach, c’è stata tanta emozione. Un argomento molto attuale, quello trattato: la disoccupazione giovanile in Gran Bretagna e la conseguente difficoltà da parte dei giovani a inserirsi nel mondo del lavoro. E di lavoratori ha parlato il pluripremiato regista, prima di rispondere alle domande dei giornalisti sul film, per dissipare ogni dubbio o equivoco riguardo alla questione del Torino Film Festival.

Ci può spiegare cosa è successo con il Torino Film Festival?

K.L.: Non ho accettato il premio offertomi per rispetto al problema dell’esternalizzazione del lavoro. Il direttore del festival (Gianni Amelio, ndr.) mi aveva scritto ad agosto, promettendomi che si sarebbe trovata una soluzione per non mandare a casa i lavoratori esternalizzati, i quali avevano dovuto subire tempo prima una riduzione del 10% dei loro stipendi già troppo bassi. Non potevo non accettare una richiesta di solidarietà e mi dispiace che con questo gesto sia stato tacciato da alcuni di megalomania.

In questo film vediamo un Ken Loach insolito, con voglia di leggerezza. Come mai?
La pellicola precedente raccontava la guerra in Iraq... Direi che era ora di sorridere un po’! La parte degli angeli è un film divertente, ma anche con tratti particolari. Ad esempio l’introduzione del whisky, un elemento contraddittorio: i giovani non lo bevono molto, si ubriacano con cose meno costose. Tuttavia mi piaceva l’idea dello sceneggiatore Paul Laverty, credo abbia funzionato.

Lei è un appassionato di whisky?
Sì, mi piace abbastanza. La sua fragranza, il suo odore... li apprezzo ma – non ditelo agli scozzesi – preferisco un buon bicchiere di vino!

Pensa che un giorno racconterà anche storie ambientate in altri Paesi che non siano la Scozia?

Alcuni miei film sono ambientati in altre città del mondo fuori dalla Scozia, anche se i personaggi vengono tutti da lì. Credo che per raccontare bene delle belle storie (e ce ne sono in ogni Paese!) si debba conoscerne tutte le più piccole sfumature.

Esiste uno dei suoi film al quale è particolarmente affezionato?
Non si può dire, per me i miei film sono come dei figli: è impossibile dire quale sia il preferito!

Vai alla scheda del film

 

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