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Intervista esclusiva a Wang Xiaoshuai per Red Amnesia

"Il mio film esprime un contrasto tra un passato che non deve essere dimenticato e un presente in cui molto è stato rimosso": intervista esclusiva a Wang Xiaoshuai, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con Red Amnesia

Abbiamo incontrato Wang Xiaoshuai alla Mostra del Cinema di Venezia 2014, dove era presente in concorso col suo ultimo lavoro, Red Amnesia. Un thriller con protagonista un'anziana signora che deve confrontarsi con un passato rimosso, quello della Rivoluzione Culturale. Il regista ci ha parlato del suo film, del cinema cinese e delle sue varie espressioni, delle difficoltà crescenti che incontrano i nuovi autori indipendenti e della sua preoccupazione per la situazione sociale in un paese che stenta ancora a metabolizzare il suo passato. Personaggio mai banale, non  solo cinematograficamente, Wang dimostra come sia possibile fare del cinema di qualità che rimane al di fuori del circuito mainstream senza per questo non essere godibile.

Come mai giunge a Venezia solo quest'anno per la prima volta dopo che è stato a Berlino e Cannes svariate volte nel passato, considerando che questo è un festival nel quale gli autori cinesi son sempre stati tenuti in grande considerazione ed hanno anche ricevuto riconoscimenti importanti?

Chiaramente è un festival nel quale sarei sempre voluto venire, è una rassegna di grande importanza; devo dire che già avevo presentato al vaglio altri film. Evidentemente quest'anno il mio lavoro è stato valutato meritevole di partecipare alla rassegna, ma non è certo la prima volta che tento di portare un mio lavoro qui.

La prima cosa che risalta agli occhi durante la visione di questo film è il forte contrasto generazionale rappresentato dalla figura dell'anziana mamma e quelle dei figli. Mi par di capire che questo contrasto in ambito più generale sia un problema con importanti aspetti sociali in Cina: esistono intere generazioni che non conoscono una parte della storia del paese e vecchie generazioni che invece ne portano ancora addosso il peso.

Il film esprime questo contrasto tra un passato che non deve essere dimenticato e un presente in cui molto è stato rimosso. Il contrasto generazionale altro non è che l'espressione di questa contraddizione tra passato e presente, la generazione più vecchia da un lato e quella nuova dall'altro. Quello che è successo in Cina è anche successo in Russia, dove addirittura è cambiato il nome del paese, dove tante certezze sono crollate. Così nel film mi chiedo, come possono i cittadini adattarsi a questo cambiamento?

Come possono i giovani, quelli nati dopo la rivoluzione culturale e dopo i fatti di Tienanmen del 1989, capire il passato? Perché l'impressione è che loro non conoscano assolutamente nulla di quel passato.

Anzitutto bisogna dire che le persone che attualmente governano in Cina non sono giovani, molti sono nati in quel periodo o hanno iniziato a governare poco dopo, quindi le persone che possono trasmettere la conoscenza di quei fatti storici ci sono. Quello che è importante è che quanto accaduto possa essere trasmesso alle nuove generazioni e che esse lo tengano sempre a mente insieme a tutti gli errori commessi in un periodo fondamentalmente irrazionale affinché non vengano ripetuti.

Quando la intervistai  tre anni fa, lei disse che anche i personaggi più liberali, gli intellettuali, quelli che in qualche modo erano critici verso il potere, rimpiangevano quasi il passato nel quale se non altro c'era una forte tensione ideologica che portava ad un impegno politico, in contrapposizione con l'epoca moderna in cui domina una omogeneizzazione e un materialismo vuoto. E' della stessa opinione ancora dopo tre anni, che per la Cina in rapidissimo sviluppo sono molti?
Fra le persone colte esistono varie categorie: quelli che negano il passato e quelle che invece che vedono la società moderna troppo improntata al denaro e quindi una sorta di nuova ideologica dominante, poi ci sono persone di sinistra che provengono dal passato e che rimpiangono quel passato. Noi dobbiamo guardare al passato e non dimenticarlo, guardarlo in maniera cristallina e fare le giuste valutazioni.

Tornando al film, ho trovato molto bella, anche tecnicamente, la scena iniziale e quella finale girata nella fabbrica dismessa. Vorrei sapere se ha trovato difficoltà con le autorità e con la censura a girare in un luogo simile.
Il controllo adesso non è più così rigido come era prima. Ho sottoposto il film alla censura ed i cambiamenti proposti sono stati minimi e non hanno  influito per nulla sulla struttura complessiva dell'opera. Il controllo quindi esiste, ma debbo dire che anche ai livelli alti di governo esistono molte persone che ritengono sia giusto guardare al nostro passato e rivalutarlo, motivo per il quale probabilmente la censura non è più pesante come in passato.

All'interno del film sembra affacciarsi anche la tematica del rapporto genitori-figli, che lo stato ha recentemente pensato addirittura di regolamentare, quasi che uno dei pilastri del confucianesimo (quello di rispettare ed accudire i genitori anziani) sia venuto meno a fronte di un crescente neoconfucianesimo quasi scelto come filosofia di vita all'interno del Paese. E' anche questa una tematica che ha voluto accennare nella pellicola?

(risata sincera) La tua domanda contiene già la risposta! Volevo solo aggiungere una cosa: è proprio grazie al confucianesimo che possiamo riuscire e recuperare le tradizioni passate e applicarle all'epoca moderna. Quando fu promulgata la legge, rimasi sorpreso proprio perché pensavo che nel nostro paese non era necessario dovere ribadire una tradizione molto sentita. Evidentemente il fatto che sia stata introdotta la legge dimostra che probabilmente il problema di coniugare le problematiche moderne con i valori tradizionali esiste in Cina oggi.

Vorrei chiederle come è ricaduta la scelta su un'attrice straordinaria quale Lu Zhong, che però credo abbia fatto molto poco cinema e per tale motivo è poco conosciuta qui in occidente, e su Qin Hao, che oltre a lei anche molti altri autori importanti cinesi hanno spesso utilizzato nei loro lavori.
Lu Zhong è una famosa attrice di teatro e di televisione e possiede una grande esperienza, inoltre ha 70 anni, quindi l'età giusta per poter incarnare quel ruolo non solo per motivi di coerenza anagrafica col personaggio ma proprio perché lei quei momenti li ha realmente vissuti. Qin Hao aveva già lavorato con me in Shanghai Dreams e inoltre aveva lavorato nel cinema indipendente e quindi era ben desideroso di partecipare a questo progetto.

Lei ha fiducia nelle nuove generazioni che non conoscono il passato considerando quanto detto finora e alla luce anche del fatto che la classe dirigente è ancora formata prevalentemente da persone più anziane?
Non direi che non ho speranze, ma , come molti altri, direi che sono molto preoccupato per queste nuove generazioni ma anche per quella degli anziani. Il problema è che l'unica divinità della Cina sono i soldi e tutto corre in quella direzione lasciando tutto il resto in secondo piano.
(passando improvvisamente all'inglese, quasi a saltare il tramite dell'interprete alla ricerca forse di un dialogo più diretto) Tutto viene fatto per il denaro: io so che questa acqua che ti vendo è pessima, ma non fa nulla, per me è importante fare denaro e basta.

Probabilmente quindi anche il cinema segue questa ottica, quanto è difficile per lei fare i film?

(sempre in inglese) Per me ora non è difficile più di tanto, ho amici, gente a cui piacciono i miei lavori, diciamo quindi che non ho grandi problemi, ma per i giovani è durissima fare film indipendenti a maggior ragione nel momento in cui si è passati da un regime socialista ad uno capitalista. Il 99% di chi fa cinema pensa solo al box office e quindi abbiamo prodotti stupidi, spazzatura che però serve a fare soldi.



 

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